Le opere in rete negli archivi centrali A.Che. Il Sole 24Ore, 25/10/2005
ROMA - Le Biblioteche nazionali di Roma e Firenze si preparano ad accogliere documenti ordine. Si troveranno in buona compagnia dei testi su carta, che ormai da decenni gli editori hanno l'obbligo di trasmettere in duplice copia agli archivi centrali. È così che si conserva e tramanda la nostra cultura. A estendere l'elenco delle testimonianze da custodire è stata la legge 106/04. Prima di quella normativa, il deposito legale era regolato da disposizioni vecchie di 60 anni, che certo non potevano prevedere che gran parte dei testi un giorno sarebbero stati virtuali, pronti a materializzarsi o scomparire con un click sulla tastiera del computer. La legge 106 ha, pertanto, incluso nei documenti da conservare anche film, musica e (novità assoluta) testi informatici. Ora quella legge sta per tradursi in realtà. Mancava il regolamento attuativo, che il Consiglio dei ministri di venerdì scorso ha approvato in via preliminare. Il provvedimento dovrà ora andare all'esame della Conferenza Stato-Regioni e al Consiglio di Stato, dopodiché Palazzo Chigi potrà pronunciare il sì definitivo. C'è voluto più di un anno per preparare il testo. A richiedere tutto questo tempo è stata proprio la conservazione dei documenti online. Gli editori hanno subito sollevato perplessità sulla soluzione proposta in un primo momento, che prevedeva l'uso di tecniche di raccolta automatica dei testi da depositare. La soluzione avrebbe presentato non pochi problemi connessi con il diritto d'autore da riconoscere al costitutore della banca dati. È stato, pertanto, individuato un nuovo percorso, sul quale gli editori si sono detti d'accordo. Il regolamento approvato prevede che le modalità di deposito dei documenti diffusi in Rete possano anche attuarsi attraverso le tecnologie di raccolta automatica, ma siano prima sottoposte a un periodo di sperimentazione, durante il quale l'obbligo di conservazione riguarderà solo alcune tipologie di testi. Le regole della raccolta dei documenti saranno fissate da un altro decreto, che il ministero dei Beni culturali dovrà fissare, d'accordo con l'Innovazione, entro tre mesi dall'approvazione del regolamento principale.
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