Napoli.Preoccupazioni per il San Carlo Roma, 25/10/2005
Bassolino, Iervolino e Di Palma parlano delle riduzioni dei fondi
Napoli. "Vivissime preoccupazioni" per gli effetti sul teatro San Carlo dei tagli previsti in finanziaria sono state espresse dal sindaco di Napoli e presidente della Fondazione del San Carlo, Rosa Iervolino, dal presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e da quello della Provincia, Dino Di Palma. I vertici delle istituzioni locali, si legge in una nota, hanno esaminato "la grave situazione della Fondazione Teatro di San Carlo - come di tutte le altre fondazioni liriche - in conseguenza dei tagli del Fus previsti dalla legge finanziaria in discussione al Parlamento, con l'aggravante di un'ulteriore riduzione dei fondi del ministero dei Beni Culturali ipotizzato dal decreto 'taglia spese' di fine 2005". Il sindaco di Napoli ed i presidenti di Regione e Provincia "manifestano vivissime preoccupazioni per l'incidenza di tali drastiche riduzioni che possono mettere a rischio il mantenimento dell'alto livello artistico raggiunto dal San Carlo, oltre che rappresentare un serio pericolo per la conservazione del livello occupazionale del teatro. Nel ribadire la convinzione che il finanziamento pubblico della cultura e dell'arte è un fondamentale e fruttuoso investimento produttivo", Iervolino, Bassolino e Di Palma confermano l'impegno degli enti locali, "pur fortemente appesantiti dall'ulteriore riduzione dei trasferimenti statali ed auspicano che le misure programmate dal Governo siano radicalmente riviste così come richiesto anche dal ministro Buttiglione. Riformare il sistema degli enti lirici «abbandonando la strada delle fondazioni». È, invece, la proposta del viceministro dei Beni Culturali Martusciello, che interviene così sulla polemica di questi giorni sui tagli al Fus previsti dalla Finanziaria. E lancia l'idea di una legge «che favorisca la creazione di 4 o 5 teatri nazionali» sui quali indirizzare interesse dello stato e risorse economiche. Per Martusciello è il sistema del Fus «che è distorto» soprattutto per quello che riguarda fondazioni liriche e teatri. «Dovremmo immaginare - ha detto il viceministro - di abbandonare la strada delle fondazioni, che hanno portato in quasi tutti i casi a situazioni di deficit di bilancio, e puntare invece su una legge che favorisca la creazione di 4 o 5 teatri comunali sui quali si potrebbe poi fissare l'interesse e l'attività dello stato e quindi anche l'indirizzo delle risorse comuni».
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