Padovani «sgridati» per gli scavi a Creta il mattino di Padova 24-OTT-2005
Si rompe una statua di Era, nei guai spedizione archeologica PADOVA. Nei guai, per gli scavi in corso a Gortyna, sull'isola di Creta, una spedizione archeologica dell'Università di Padova. Durante i lavori di recupero di un tempio dedicato ad Apollo, una statua raffigurante Era è finita in pezzi. La notizia è comparsa sui giornali greci ed è stata oggetto di interrogazioni parlamentari. La Direzione delle antichità elleniche ha immediatamente bloccato gli scavi, «punizione» ora rientrata. «Siamo di fronte a una scoperta straordinaria - dice Francesca Ghedini, che con Jacopo Bonetto guida la spedizione - purtroppo le polemiche per uno spiacevole incidente fanno passare in secondo piano la bravura della scuola padovana di archeologia». La Grecia ordinò: temiate gli scavi Archeologi traditi dalla testa di Era di Claudio Malfitano La testa della statua di Era non porta fortuna agli archeologici impegnati in uno scavo a Gortyna, nell'isola di Creta. Il casus belli forse va cercato nella vendetta del dio Eolo, più tenace e dispettoso di Athena ed Era: un colpo di vento ha fatto oscillare lo stupendo reperto emerso dalla polvere e l'ha fatto cadere per terra. E da quel giorno nefasto, per l'equipe dell'Università di Padova, guidata da Francesca Ghedini e Jacopo Bonetto non c'è pace. I FATTI. Nello scavo di Gortyna, nell'isola di Creta, la missione padovana ha recuperato una preziosa statua della dea Era, ma una volta issata su una ruspa è caduta rompendosi in due parti. La notizia si è diffusa sui siti internet e sui giornali greci ed è stato oggetto di alcune interrogazioni al parlamento di Atene. La Direzione delle antichità ellenica ha bloccato immediatamente gli scavi italiani, «punizione» ora rientrata. Il fatto risale al 30 settembre scorso: per qualche giorno è circolato solo sul web ed è stato ripreso dal quotidiano romano «II Messaggero». Lo scavo padovano, realizzato nell'ambito delle attività della prestigiosa Scuola archeologica italiana di Atene, sta analizzando il teatro di Py-thion, di cui è stata portata alla luce la cavea ed il complesso scenico. Durante i lavori è avvenuta la scoperta di due statue in marmo alte circa 2 metri, che facevano parte dell'Odeon del tempio di Apollo, che confinava col teatro. Una rappresentava la dea della guerra e della conoscenza Atena, ed è stata trovata già spezzata in più parti. L'altra, perfettamente integra, ritraeva Era moglie di Zeus e protrettrice del focolare familiare. Una scoperta clamorosa, da premio Nobel, che ha fatto grande onore all'equipe padovana impegnata sul posto insieme alle squadre di altre università italiane e straniere. La notizia si diffonde subito su Internet, fino ad arrivare persino nel sito della prestigiosa università americana di Princeton. Ma la grande soddisfazione degli archeologi padovani dopo pochi giorni si trasforma in imbarazzo a causa dell'incidente che ha spezzato in due parti il basamento della statua. Sono ancora incerte le modalità della rottura, forse avvenuta nel trasporto verso il magazzino o proprio nel magazzino stesso mentre la statua veniva sollevata per essere fotografata. In ogni caso un colpo di vento ha squilibrato il «carico sospeso» issato sulla gru, e la statua è rovinata in terra. LE POLEMICHE. Anche in questo caso la notizia è subito ripresa da molte pagine web. Qui è stata trovata dal deputato ed ex ministro dei trasporti Christos Verelis del Pasok, il partito socialista ellenico che ha presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo perché la notizia fosse stata «insabbiata» dai giornali greci. La Direzione generale greca per l'archeologia ha subito risposto negando qual-siasi tentativo di nascondere il fatto e garantendo che gli scavi italiani a Gortina erano stati immediatamente bloccati. Ora l'incidente diplomatico sembra rientrato. E a Padova si tira un sospiro di sollievo: la missione può riprendere, a caccia di nuovi tesori della civiltà minoica.
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