Venezia. Oggi il convegno a Santa Margherita - Beni culturali: codici, restauri e "restituzioni" P.R. 24 OTT 2005 IL GAZZETTINO
Oggi lunedì 24 nell'auditorium Santa Margherita dell'Università di Ca' Foscari si svolgerà un convegno sul tema "Beni culturali: gli interventi di restituzione in pristinam dignitatem, il telaio normativo, l'evento emergente". Saranno presentati nell'occasione i più recenti titoli della collezione Arte-Documento, la rivista di storia e tutela dei Beni culturali fondata nel 1985 e ancor oggi diretta da Giuseppe M. Pilo: il volume 20 ("Le opere, il restauro, i musei"), il quaderno 10 ("Codice di Beni culturali e del Paesaggio") e la monografia su "Francesco Polazzo" di Laura De Rossi. Il convegno sarà presieduto da Paolo Puppa. Dopo 1 allargamento legislativo del concetto stesso di Bene culturale, vari problemi si sono posti sul tappeto dei funzionali della Sovrintendenza e dei docenti universitari. Ecco allargarsi, nell'ambito triveneto ma non soltanto in esso, l'impegno concreto di "Arte-Documento", uscito ormai dalla mera funzione di rivista di storia dell'arte. Lo dimostra la pubblicazione in. veste più che dignitosa di un volume come il "Codice dei Beni culturali e del Paesaggio", a cura di un autorevole specialista, Mario Serio, direttore generale per il Patrimonio storico, artistico e (nuovo termine!) demoetnoantropologico. Altro intervento di Arte-Documento è la conoscenza del patrimonio culturale tramite pubblicazioni scientifiche. In un tempo come il nostro in cui svettano nelle librerie lussuosi testi per lo più di parata, le monografie storico-critiche come questa su Francesco Polazzo (Edizioni della Laguna) ampliano appunto la conoscenza costruttiva per la quale sempre più insufficienti sono gli interventi dello Stato. Come indica l'autrice Laura De Rossi, il Polazzo (veneziano, 1682-1752) si rivela "pittore di forte nerbo, spesso di notevole e robusta efficacia espressiva, di bella e complessa cultura". Le esperienze propriamente venete (Sebastiano Ricci) si integrano felicemente in lui con apporti emiliani di prima mano, ma anche con la feconda esperienza bergamasca. Il volume (338 pagine) è, in questo senso, esemplare. Ma ciò che principalmente caratterizza l'azione di "Arte-documento" e del suo direttore Giuseppe Maria Pilo è la collaborazione con un istituto prestigioso, quale la Banca Intesa, per il restauro delle opere d'arte. Quest'ultimo volume (il ventesimo) documenta - come scrive Pilo nell'editoriale - la "storia esemplare" di una banca che, partendo da una lungimirante idea di Feliciano Benvenuti, ha saputo conciliare gli impegni istituzionali con il progetto di "Restituzioni", cioè di un'articolata funzione di restauro e conseguente valorizzazione delle opere d'arte e, in generale, dei $eni culturali. Sono quattrocento finora le opere che "Restituzioni" ha contribuito a restaurare; ed è interessante (ne abbiamo parlato l'anno scorso in occasione della mostra a Palazzo Leoni Montanari a Vicenza) come ai dipinti e alle sculture si uniscano anche e soprattutto oggetti che un tempo si chiamavano "di arte decorativa" e a cui oggi viene riconosciuta la dignità della vera arte.
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