PASTICCIO IMMOBILI - Nuova razzia di immobili per far tornare i conti di Giampiero Rossi 23/10/2005, L'Unità
Espropriate altre sedi di Inps e Inpdap. Domani arrivano gli ispettori della Ue
Con un decreto emanato il 16 settembre scorso il governo ha «espropriato» altre sedi di uffici Inps e Inpdap per conferirle al Fip (Fondo immobiliare pubblico). Una nuova «immissione» passata sotto totale silenzio, che la dice lunga sulla «caccia» agli immobili che il governo sta effettuando per rastrellare risorse. In effetti è proprio la partita immobiliare a mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici. La Corte dei Conti ha già denunciato che mancano all’appello circa sei miliardi dei 7 attesi quest’anno. Un dato che ha fatto scattare l’allarme rosso tra gli ispettori dell’Fmi, che pretendono di conoscere qual è l’effettivo indebitamento previsto per quest’anno (si stima il 4,8% corretto al 4,7 dalla manovrina, mentre Giulio Tremonti assicura che si rispetterà il 4,3%), tenuto ancora segreto dal governo. Intanto domani si attendono in Via Venti Settembre gli sceriffi dell’Ue, intenzionati a fare chiarezza sul rispetto degli accordi presi con l’Italia in occasione dell’avvertimento preventivo. Nel frattempo il Tesoro continua a (tentare di) vendere immobili, mentre agli enti tocca pagare l’affitto per le sedi cedute già da inizio anno. L’ultimo caso è davvero micidiale. «Nessuno ci ha avvertiti, non esistono schede di valutazione - denuncia Guido Abbadessa, presidente del Civ Inpdap - Lo scippo continua, ma la maggior parte dei consiglieri del Civ Inpdap hanno già sottoscritto il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tesoro ». Il nuovo blocco (che include un solo stabile Inpdap ai Parioli a Roma e 4 dell’Inps, di cui uno al centro di Roma e tre al centro di Torino, oltre a sedi ministeriali in diverse città italiane) pare si sia reso necessario per indennizzare il Fip, in quanto una parte di mmobili delle Dogane conferiti in precedenza sono risultati non vendibili perché destinati in parte ad uso abitativo (il fondo «tratta» solo sedi strumentali). Per rimediare all’errore (che ha fatto ritardare tutta l’operazione) cosa si va a scegliere nel patrimonio Inpdap? Una sede che l’istituto ha già affittato al ministero dell’Istruzione. All’Inpdap si chiedono a questo punto chi dovrà pagare il secondo affitto, quello da destinare al Fip. Gli uffici temono di subire una doppia perdita: non avranno più l’incasso assicurato dal canone versato dal ministero e dovranno versare la locazione al Fip.Unvero affare. Ma, come si dice, piove sul bagnato: l’Istituto ha già dovuto versre 3,3 milioni d’affitto da inizio anno. Vero è che il prezzo di cessione incassato è di oltre 75 milioni: ma la somma è indisponibile per l’Istituto. Con l’ultima tranche decisa a settembre il costo delle locazioni per l’Inpdap aumenterebbe di un milione e 300mila euro e per l’Ips addirittura di 6 milioni e mezzo. Ma il condizionale è d’obbligo, perché il decreto risulta di difficile interpretazione: mossa voluta? L’altra partita rimasta al palo da due Finanziarie è quella dei 4mila alloggi della Difesa, messi in vendita per circa un miliardo di euro da Scip3. Ancora non sono stati ceduti. Per timore che il Tesoro «confischi» nuovi appartamenti, la Difesa ha deciso di gestire con il massimo rigore il suo inqulinato: tanto da emanare avvisi di sfratto persino nei confronti di un reduce da Nassiria che ha superato la soclia consentita per restare in affitto proprio a causa della missione in Iraq. L’altra fonte di risorse fresche è rappresentata dalle caserme in disuso, cedute dalla Difesa a inizio anno in cambio di circa 800 milioni versati dalla Cassa depositi e prestiti (vincolati però a progetti di ammodernamento degli arsenali di Taranto, La Spezia e Ragusa). Oggi una parte di quelle caserme è finita nella manovrina e sarà ceduta in blocco a trattativa privata. Ma l’esercito si aspetta già una seconda tranche di «espropri» destinati a finanziare l’anno prossimo il «pacchetto» Lisbona. Sempre che vengano venduti.
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