Matteoli, lo spoil system e la crociata sul Cilento m.a. 23/10/2005, L'Unità
NAPOLI E tre. Il ministro dell'Ambiente Matteoli, non rinuncia allo spoil system neanche a fine legislatura e torna alla carica con Giuseppe Tarallo, ambientalista, presidente (in quota Verdi) del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Tarallo ha il mandato in scadenza a maggio, dopo le elezioni politiche. Ma, siccome la postazione istituzionale è ritenuta di «rilevante interesse strategico» dal centrodestra, Matteoli non vuole rischiare. Già pronto il decreto di commissariamento, a bordo campo si sta scaldando da settimane il designato:Michele Sarno, avvocato penalista di Salerno, candidato senza fortuna da An alle ultime regionali in Campania, coordinatore salernitano della corrente «Destra protagonista » e amico intimo dell'ex ministro delle Comunicazioni, Maurizi Gasparri. È la terza volta, in cinque anni, che il ministro muove all'assalto del Parco Nazionale del Cilento, seconda area protetta del Paese in ordine d'importanza, prima per estensione e bacino d'utenza: 215mila ettari, sette comunità montane, ottantasei comuni per un totale di 250mila abitanti. E, in più, due grandi attrattori culturali dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, Paestum e Velia, e un patrimonio floro - faunistico tra i più interessanti. Il primo tentativo risale alla tarda primavera del 2001. Appena insediato, il ministro disarcionò Tarallo con un blitz, paracadutando Nicola Rivelli, imprenditore edile napoletano e deputato di An. All'atto del suo insediamento, Rivelli, che era arrivato in elicottero, trovò un comitato d'accoglienza: una manifestazione popolare contro la sua nomina. Sul fronte istituzionale, a disinnescare la «bomba» piazzata da Matteoli provvide la Regione Campania, che impugnò il decreto davanti alla giustizia amministrativa, ottenendo due vittorie. Rivelli se ne tornò a Napoli con le pive nel sacco,Matteoli non si diede per vinto. E a distanza di due anni, nel settembre del 2003, tornò alla carica, destituendo di nuovo Tarallo e designando un nuovo commissario: Aldo Cosentino, direttore generale del Ministero. Bastò un ricorso al Tar presentato dalle associazioni ambientaliste e dalla Regione perché ai vertici del Parco tornasse Tarallo.
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