ROVIGO: Le attività del Museo dei grandi fiumi Domenico Santaniello* 22/10/2005, Il Gazzettino online
Sabato, 22 Ottobre 2005
La lettera del 15 ottobre, a firma Francesco Musco e dal titolo "L'abbandono del Museo dei grandi fiumi", rende necessaria una risposta per una migliore e corretta informazione. Assolutamente non risulta che le potenzialità del Museo dei grandi fiumi siano state messe da parte o trascurate. Certo, l'allestimento della sezione dell'età romana, di cui si ricorda l'inaugurazione nel maggio del 2004, è stato impegnativo soprattutto se commisurato alle non eccessive risorse a disposizione, sia pur bilanciate dalla partecipazione del personale museale a cui hanno contribuito fattivamente i collaboratori esterni. La consistenza di questi ultimi è stata ridotta all'essenziale per poter rispondere con efficienza alle esigenze dei contenuti espositivi che avevano la precedenza su tutto.
Il risultato nonostante ciò è a tutti visibile ed ha ottenuto ampi riconoscimenti. Mettere in piedi una struttura permanente di allestimento sarebbe una cosa auspicabile ma va rapportata alla realtà in cui si è chiamati ad operare ed alle risorse a disposizione per evitare che il tutto si tramuti in una semplice aspettativa priva di obiettivi tangibili e di risultati attesi.
Il Museo dei grandi fiumi non si è fermato in vista dei finanziamenti necessari per proseguire nella realizzazione degli ulteriori nuclei espositivi a carattere permanente (l'alto Medio Evo ed il Rinascimento).
Oltre ovviamente alla gestione dell'esistente (che comunque non è poco) si sono avviate attività in ambito archeologico con sondaggi e scavi in vari siti della nostra provincia, con tutto un lavoro successivo di studio e schedatura in cui è stato coinvolto il mondo del volontariato, e confermate ed ampliate collaborazioni mediante stages di studenti di scuole medie superiori ed università. Detta attività è stata anche oggetto di divulgazione su varie riviste. Sono stati organizzati mostre temporanee, convegni, lezioni e seminari di didattica, saloni culturali, catalogazione di beni demo-etno-antropologici e si è collaborato con varie rilevanti iniziative di terzi, tra cui vanno citate le due edizioni 2004 e 2005 di "Ande, Bali e Cante".
È indubbio che con adeguate risorse si poteva fare anche di più e di tutto, però non va sottaciuto il lavoro di chi sa operare anche in tutta umiltà e con dedizione.
*dirigente assessorato Cultura Comune di Rovigo
|