CHIAVENNA: Scaramellini: «Coprire le antiche mura è sbagliato» 22/10/2005, La Provincia di Sondrio
Il commento dello storico alla decisione della Sovrintendenza
Il privato che ha scoperto le mura era intenzionato a renderle visibili attraverso una lastra di cristallo infrangibile
chiavenna (Glp) «Fra le soluzioni possibili offerte dalla tecnologia, si è scelta quella peggiore ». Guido Scaramellini – presidente del Centro studi storici della Valchiavenna e autore di un volume sulle fortificazioni sforzesche in provincia di Sondrio, dove tra l'altro, fin dal 1965 ha ricostruito il tracciato delle mura di Chiavenna – commenta con una punta di amarezza la decisione di coprire i resti appartenuti alle fondamenta delle mura cittadine, risalenti al Quattrocento, venuti alla luce ad agosto durante i lavori di sistemazione dell'Hotel Elvezia. Un tratto lungo 37 metri, con uno spessore di due metri e un'altezza variabile dal metro al metro e mezzo, che il proprietario dello stabile in ristrutturazione era intenzionato a recuperare a spese proprie per renderlo visibile attraverso una parete di cristallo. «Non è stata accettata la copertura con una gabbia di vetro perché questa creerebbe un microclima dannoso per la conservazione del muro – ha ricordato Guido Scaramellini -. A parte che questo è tutto da dimostrare, visto che nella gabbia si potevano prevedere dei fori per permettere la circolazione dell'aria. Un sistema che, per esempio, consente di mostrare alla stazione Messori della metropolitana di Milano un tratto di strada romana. Una soluzione del genere avrebbe permesso di verificare nel tempo l'eventuale deperimento del muro, per trovare rimedi utili alla sua conservazione». L'amarezza del presidente del Centro studi storici è molta. Dopo l'entusiasmo per la scoperta di un reperto del passato locale risalente a seicento anni fa, ora segue la delusione nel constatare che questo torna per sempre nell'oblio. «Senza parlare – puntualizza Guido Scaramellini - dello spreco di risorse statali, quindi nostre, nell'impiegare personale specializzato, come è accaduto anche in questo caso, per la pulitura a spazzola del muro ritrovato. Un'operazione che si è protratta per una settimana e risultata, alla luce della decisione presa, del tutto inutile». La considerazione finale che lo storico compie di questa vicenda è dunque ovvia: «Purtroppo Chiavenna perde ancora un pezzo della sua storia in seguito a decisioni prese senza neppure interpellare chi qui abita e opera».
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