"Il traffico sta uccidendo i monumenti" Sara Scarafia Repubblica - Palermo, 20/10/2005
I MONUMENTI di corso Vittorio Emanuele stanno soffocando: lo smog, l'inquinamento acustico e le vibrazioni causate dal passaggio di macchine, autobus e tir mettono a rischio l'incolumità di pezzi di storia della città, dalla Biblioteca centrale, a Porta Nuova, a Porta Felice, fino ai Quattro Canti. Un dato allarmante emerso ieri durante la presentazione dei primi risultati raccolti nell'ambito di "Salvalarte, respira pulito", un progetto ideato da Legambiente in collaborazione con l'Arpa, con l'Università e con il centro regionale per la Progettazione e il Restauro. L'associazione ambientalista lancia un sos: «Bisogna chiudere al traffico corso Vittorio Emanuele». Il degrado non è solo una paura. E i Quattro Canti ne sono una conferma. In dodici anni 11 viso della statua che raffigura la Santa Oliva, che si trova nel canto dell'Autunno, ha subito danni enormi: lo smog ha provocato la perdita di entrambe le narici e di tutta la metà destra del labbro. L'opera d'arte, secondo i dati snocciolati dall'architetto Giuditta Fanelli che ha pubblicato un volume su "L'intervento conservativo sui fronti dei Quattro canti", ha perduto 1,5 centimetri cubi di materiale lapideo, circa 125 millimetri cubi all'anno. La corrosione ha intaccato anche lo stemma centrale del Canto dell'Autunno: in un punto il marmo è forato. «Ho visto il volto di Sant'Oliva nel 1988 — racconta l'architetto — il naso e la bocca mostravano alterazioni recenti. Sono tornata ai Quattro Canti nel 2000, dodici anni dopo, e le condizioni del viso della statua erano notevolmente peggiorate. Anche la mano destra della santa, che nel 1989 mostrava la presenza di croste nere sul dito medio, era gravemente compromessa: le croste nel tempo avevano raggiunto anche il mignolo e l'anulare». I danni non sono finiti: «Ai piedi della statua — continua la Fanelli — sono stati ritrovati due frammenti che appartenevano ai lembi inferiori della veste. Solo per un caso il distacco avvenuto lungo l'arco dei dodici anni non ha comportato danni alla pubblica incolumità». L'architetto non ha dubbi: «La causa del degrado è da ricercare nel mix micidiale di agenti inquinanti che attaccano i monumenti, primi fra tutti i gas di scarico. Basta un esempio per far capire la gravita della situazione: durante i lavori di restauro abbiamo steso un telo bianco, dopo cinque mesi era completamente ricoperto di grasso. L'unica soluzione è limitare il traffico. Tutte le città d'arte lo fanno». Gli altri monumenti di corso Vittorio Emanuele non godono di miglior fortuna, anche se si vede meno. Secondo i dati raccolti dall'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, i livelli di inquinamento sono alti in tutto l'asse viario. I monumenti più a rischio, secondo le prime stime raccolte, sono tre: la Biblioteca regionale, Porta Nuova e Porta Felice a causa del traffico intenso su via Crispi, dove secondo i dati dell'Università transitano in media35 mila veicoli al giorno. Anche sull'inquinamento che sta corrodendo la Biblioteca ci sono dati significativi: solo in questo tratto di corso Vittorio Emanuele, in media tra le 6 e le 8 del mattino, passano 1.110 automobili, 198 ciclomotori, 108 furgoni, 12 Tir e 30 autobus. La massima concentrazione di macchine si registra tra le 19 e le 20: ne passano in media 720. «Il numero di macchine crea anche un forte inquinamento acustico — spiega Salvatore Barbaro, professore alla facoltà d'Ingegneria — I valori dovrebbero assestarsi tra i 65 decibel di giorno e i 55 decibel di notte, mentre in corso Vittorio Emanuele superano i 75 decibel». L'Università ha portato avanti anche uno studio sulla corrosività degli ambienti: le rilevazioni sono state effettuate posizionando sui monumenti per un mese un coupon di corrosione, una piastrina in argento e rame che reagisce agli agenti inquinanti. I monumenti mo-nitorati sono stati Porta Felice, Porta Nuova, la Biblioteca centrale, la Cattedrale e la chiesa di San Giuseppe dei Teatini. In tutti i casi il coupon ha rilevato un ambiente non adatto alla conservazione di beni architettonici per la forte presenza nell'aria di gas acidi. La più alta concentrazione di corrosività investe la Biblioteca e le due Porte. «L'unica soluzione — dice Gianfranco Zanna, responsabile per i beni culturali di Legambiente — è impedire almeno ai mezzi pesanti di transitare lungo l'asse viario. L'obiettivo del nostro progetto è quello di coinvolgere nelle rilevazioni gli altri monumenti della città. I nostri studi, ancora all'inizio, devono portare all'individuazione di una soglia di rischio per il nostro patrimonio architettonico e ad una conseguente politica di conservazione».
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