Dismissioni 2005 da 7,1 a 2,5 miliardi. Entro fine anno la cessione delle caserme e il via a PatrimonioUno - Slitta Scip3 Isabella Bufacchi Il Sole 24 Ore, 20 novembre 2005
ROMA. Le dismissioni immobiliari programmate dalla Finanziaria 2005 per un totale di poco superiore ai 7 miliardi di euro e realizzate finora per soli 600 milioni, come denunciato nei giorni scorsi dal presidente della Corte dei Conti Francesco Staderini e dal Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, sono destinate a sgonfiarsi a soli 2,5 miliardi. Questo drastico ridimensionamento dell'ambizioso programma immobiliare disegnato dall'ex-ministro dell'Economia Domenico Siniscalco è infatti compatibile, secondo fonti vicine al ministero dell'Economia, con il nuovo obiettivo del deficit/Pil al 4,3%: sempre che il Governo riesca a rinviare all'anno prossimo gli aumenti contrattuali agli statali. Entro la fine di quest'anno, e deficit/Pil permettendo, il Tesoro intende limitarsi a portare in porto due operazioni: la vendita di 240 caserme da parte dell'Agenzia del Demanio (fino a 1,3 miliardi) e il lancio del fondo PatrimonioUno (fino a 1 miliardo) in aggiunta ai 600 milioni già incassati in virtù dell'extra prezzo realizzato con il fondo Fip (su uffici ceduti e riaffittati). In base a questa nuova tabella di marcia, non vedrà la luce nel 2005 né la cessione di 1.500 chilometri di reti stradali dell'Anas - che avrebbe dovuto fruttare 3 miliardi -, né la cartolarizzazione Scip3 sulle proprietà residenziali della Difesa (1 miliardo circa). Questa sforbiciata alle cessioni immobiliari pubbliche per il 2005, dovuta anche alle difficoltà tecniche incontrate nell'esecuzione delle operazioni Anas e Scip3, consente al Mef di impostare i lavori per il 2006 con una sorta di rete di sicurezza. Il Tesoro non dovrà cercare troppo lontano per iniziare ad alimentare il Fondo di Lisbona, per il quale sono previsti 3 miliardi di dismissioni immobiliari: Scip3, se tutto andrà bene, potrebbe infine decollare proprio entro il primo trimestre 2006. E il "dialogo" avviato con la Difesa potrebbe portare nelle casse dello Stato già l'anno prossimo un'altra tranche di caserme in vendita per un importo tra 1 e 1,5 miliardi: la ricerca di queste nuove unità immobiliari, «ritenute non di interesse istituzionale», risulta già avviata. Sempre in previsione di un 2006 impegnativo sul fronte dei conti pubblici, al Tesoro a tutt'oggi non si esclude la possibilità di utilizzare a partire dall'anno prossimo gli incassi provenienti dalle dismissioni immobiliari per abbattere il debito: come previsto dal Dpef 2006-2009 (modificando il funzionamento del fondo di ammortamento per i titoli di Stato) e come dato per scontato nella relazione del Governatore Antonio Fazio presentata mercoledì alle commissioni riunite del Senato e della Camera: «Con l'ausilio di dismissioni e privatizzazioni il debito verrebbe ricondotto al 107,4% del prodotto dal 108,2 previsto per quest'anno», ha affermato il numero uno di Via Nazionale in Parlamento, riferendosi al 2006. Per evitare di surriscaldare i motori della macchina immobiliare dello Stato, il Mef ha così deciso di scalare marcia passando da 7,1 a 2,5 miliardi di vendite di immobili entro la fine dell'anno. Un'impresa comunque impegnativa. Ai 600 milioni già incassati si dovranno aggiungere "almeno" altri 2 miliardi in un arco temporale ristretto: l'aleatorietà della cifra è dovuta al fatto che gli immobili sono un asso nella manica, sempre pronto all'uso, utilissimo per correggere il deficit/Pil in corsa e riportarlo sull'obiettivo del 4,3 per cento. Proprio per velocizzare i progetti imbastiti finora, il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri lo scorso venerdì ha ampliato poteri e libertà d'azione del Demanio, con la possibilità di procedere alla vendita a trattativa privata, anche in blocco, degli immobili dello Stato. Secondo fonti bene informate, una prima applicazione di questa nuova norma riguarderà per l'appunto la vendita delle 240 caserme messa in cantiere quest'anno. Finora la Cdp ha anticipato 1 miliardo circa alla Difesa: ma si tratta di un prestito che non va a beneficio del deficit fino a quando le caserme non saranno uscite dal perimetro della pubblica amministrazione. Risulta sempre in rampa di lancio infine il fondo PatrimonioUno: la lista degli immobili è stata scritta e riscritta innumerevoli volte negli ultimi due anni ma sarà definitiva entro il 31 dicembre.
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