RECUPERI Passa la legge (ma il Fus non c'entra nulla) - Fondi al cinema tornano quelli bloccati n.c. 20-OTT-2005 L’Unità
Passa il cosiddetto «decreto salva cinema». La commissione Pubblica istruzione del Senato ha approvato, infatti, il disegno di legge bipartisan che sblocca i fondi in favore del cinema. Il provvedimento diventa legge perché approvato in sede deliberante (cioè non è necessario il voto dell'aula). Riguarda i soldi (difficile stimare ora quanti siano) bloccati per effetto della sentenza della Corte Costituzionale che aveva colpito la legge Urbani laddove non rispettava la cooperazione tra Regioni e Stato. Per chiarire: non c'entrano nulla con il Fondo unico per lo spettacolo (Fus). «Certo - commenta-Vittoria Franco responsabile Ds per la Cultura - il governo poteva fare di più, e farlo meglio, dal momento che il pesante ritardo di queste norme è dovuto alla lunga permanenza alla Camera di un decreto di uguale contenuto, poi lasciato decadere, per votare la legge elettorale. Confermiamo - aggiunge - la nostra posizione estremamente critica sulla legge Urbani, un provvedimento inefficace che non ha risolto i problemi del nostro cinema, in un momento di particolare crisi proprio a causa dei tagli inferti dal governo a tutto lo spettacolo. Il ministro Buttiglione ha minacciato le dimissioni, se non verranno ripristinati i fondi; sarebbe un gesto coerente dal momento che, con gli ulteriori tagli della manovra-bis, si vuole dare il colpo finale alla cultura, a ulteriore dimostrazione del disprezzo del governo per questo settore e per le persone che contribuiscono alla crescita culturale, come dimostrano le rozze dichiarazioni di Berlu-sconi e del sindaco Albertini sulla Scala». E Gaetano Blandini, direttore generale per il cinema del ministero, dichiara: «Se i tagli al Fus previsti nella Finanziaria 2006 non saranno recuperati, tanto varrà cancellare completamente i finanziamenti. Con quelli attualmente a nostra disposizione potremo, ad esempio, pagare gli stipendi della Cineteca nazionale o della Scuola di cinema ma non garantirne l'attività. È paradossale».
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