La demolizione del teatro di Acqui Terme Vittorio Sgarbi -Roma 20 OTT 2005 il Giornale
Ai lettori attenti volevo segnalare un'imperfezione del mio artìcolo di lunedì: «Burocrati ammazzabellezze» . La rettifica non riguarda lo spirito o l'atteggiamento che accomuna i funzionari nell'assoluta indifferenza per il patrimonio artìstico, ma le loro competenze. La dottoressa Ragni, direttore regionale per i Beni culturali per l'Emilia Romagna, non ha alcuna responsabilità nella demolizione del Politeama Garibaldi di Acqui Tenne. Essa è, tutta, del suo collega Turetta, direttore generale per i Beni culturali del Piemonte, confortato dal comitato di settore, presieduto dall'architetto signora Bonfattì Paini con il suggello degli ispettori centrali Algeri e Rezzi: un bel gruppo di concorrenti esterni in associazione distruttiva, contro la richiesta di tutela di numerosi parlamentari e dell'assessorato alla Cultura della regione Piemonte, che aveva sollecitato il vincolo per l'interesse storico del teatro, come stabilisce il codice dei beni culturali. Promuoverò un'azione penale contro i burocrati «associati» per accertarne le responsabilità nella violazione della legge. La Ragni è invece «solo» responsabile, per la parte di sua competenza, di non aver perfezionato il vincolo di Villa Serena alla Veggioletta di Piacenza, consentendo al sindaco peggiore d'Italia, Reggi, di inviare le ruspe e di iniziare la sua orrida bretella. E la Ragni ha disatteso anche una precisa indicazione del ministro Rocco Buttiglione, provocato pubblicamente anche da Giulia Maria Crespi del Fai. In un caso come nell'altro, ad Acqui come a Piacenza non cambiano il metodo e l'indifferenza dei funzionari rispetto alla tutela del patrimonio artìstico, talo-ra mortificando le iniziative dei sovrintendenti di settore.
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