SARDEGNA: Museo nuragico, pronto il bando Nuova Sardegna Cagliari 16-OTT-2005
Quasi ultimato il lavoro del comitato di esperti voluto da Som per creare il tempio della civiltà sarda
Un grande concorso di idee per scegliere il progetto CAGLIARI. Il sogno continua, mentre qualcuno gli da gambe studiando la formulazione dell'appalto che cercherà il progetto per un museo della civiltà nuragica mettendo in gara i migliori architetti. Naturalmente, questa sarebbe l'ambizione: che qualche nome interessante ovunque si trovi decida di lanciarsi alla conquista di un lavoro commissionato qui, a Cagliari, dalla Regione la quale, nella persona del suo presidente, comincia ad affezionarsi all'idea che un giorno si arrivi all'inaugurazione del museo. Sono continuate le riunioni tra tecnici e staff amministrativo per passare dal dire al fare e il più impegnato, al momento, appare il direttore della rivista di architettura Domus. Si chiama Stefano Boeri e partecipa a un comitato in attività dal 28 settembre. Del comitato fanno parte Salvatore Settis preside della Scuola Normale di Pisa, Cristiana Collii direttore del museo Man di Nuoro, Elisabetta Pilia assessore alla cultura e, per ora a distanza, Giovanni Lilliu l'accademico dei Lincei scopritore di Barumini. n 28 settembre s'era tenuta una riunione col presidente Soni per cominciare a dare un ordine alle idee. In queste ultime settimane l'idea si è sostanziata nella volontà di andare avanti ed ecco il bando di gara che si sta formando attraverso il contributo di esperti. Ma, se è si è fatta salda l'intenzione di marciare verso il risultato, sono diventate fluttuanti e mutevoli le ipotesi su dove sistemare il tempio della civiltà nuragica. Soni appare fedele alla sua prima folgorazione: costruire sul mare di Sant'Elia lungo la passeggiata naturale tra Castello e ÌL bordo un museo del mondo nuragico mescolato a sale d'incontro fra l'arte arcaica dei reperti giunti fino a noi e opere dell'arte contemporanea. Nel comitato che lo segue, invece, s'è sbrigliata la fantasia e si è fatto largo il desiderio di osare. Dove si vuoi fare, insomma, il museo dei nuragici? Lo sguardo ha lasciato Sant'Elia e si è fermato sotto il profilo a dorso di mulo di Castello, ai piedi del colle, ancora sul mare, ma in un punto insospettabile: il porto. Chi è entrato nel porto e l'ha girato tutto ha scoperto che i moli offrono prospettive interessanti e lo spazio nel re-troterra è molto più vasto di quanto non si possa sospettare valutandolo dalla via Roma. Naturalmente, per porto non s'intende sempre e soltanto la via Roma, ma anche le stradine sconosciute ai più che lasciano la dogana e arrivano fino sotto il vecchio ponte della Scafa. Lì c'è la città stramata dal mare ricca di suggestioni perché il porto punico stava a ridosso dello stagno, il bacino dove si muovevano le chiatte che andavano a caricare le merci portate dalle navi proventi dai fiumi (allora navigabili) con la foce dentro Santa Gilla. Insomma, l'idea di spostare il museo non è snaturante di per sé perché Cagliari ha più di un angolo in grado di accogliere il contenitore della ci-vilità dei sardi. La collocazione a Sant'Elia, al momento, ha un argomento in più: risolverebbe in modo brillante il controverso problema del capoluogo di gettare un ponte verso un borgo nato per restare emarginato e sempre più in difficoltà a causa della sua solitudine urbanistica. L'isolamento di Sant'Elia è un fenomeno sociale ormai ben descritto e riassumibi-le con una storia che leggenda metropolitana sembra ma purtroppo non è: quella del ragaz-zino minorenne finito in carcere il quale, nel colloquio con gli educatori, aveva spiegato di non essere mai uscito dal quartiere. Con un museo della portata culturale che gli si vuole assegnare l'intera città con i suoi più attenti visitatori si recherebbe a Sant'Elia per rendere omaggio quotidiano al mondo libero costruito dai nuragici. Altro che ghetto, (a. s.)
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