Finanziaria. Verso un decreto taglia spese. Allarme della Corte dei Conti e sindacati sul piede di guerra RaiNews 24, Roma, 14 ottobre 2005
14/10/2005 - Roma Una conferma arriva anche dal ministro Giulio Tremonti
Un decreto taglia-spese bis per correggere l'andamento dei conti 2005. A questo starebbe pensando il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che probabilmente presenterà il provvedimento oggi in Consiglio dei Ministri. Il decreto potrebbe prevedere altre misure in grado di far affluire nelle casse dello stato una cifra tra i 4 e i 5 miliardi da qui alla fine dell'anno. Insomma sarebbe sul tavolo un decreto di correzione dei conti 2005 da varare al più presto e in grado di frenare un deficit pubblico uscito fuori dai margini previsti.
I tecnici del Tesoro sono al lavoro per preparare un decreto legge di correzione dei conti pubblici 2005. Una correzione che dovrebbe essere intorno ai 5 miliardi di euro. Sembra sfumare l'ipotesi del decreto taglia-spese, utilizzato una volta sola, nel luglio 2002 (legge 246). L'intervento a cui sta pensando il governo dovra' avere un effetto immediato, cosa che non permetterebbe il taglia-spese, che ha un iter parlamentare piuttosto lungo perche' deve essere sottoposto al vaglio delle commissioni Bilancio di Camera e Senato e della Conferenza Stato-Regioni. Un decreto legge, quindi, che dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri di domani mattina con tagli mirati alla spesa corrente della pubblica amministrazione e non orizzontali e indiscriminati su tutta la spesa. Probabile anche che all'esame del governo arrivino alcune modifiche alla manovra 2006, tra cui la contestata "tassa sul tubo" e "aggiustamenti" a favore del Fondo spettacolo. Berlusconi conferma la "manovrina" La conferma della "manovrina" e' arrivata dallo stesso premier, Silvio Berlusconi, che ha detto: "stiamo lavorando sui conti 2005 e stanno emergendo situazioni che probabilmente richiederanno un intervento". Una conferma anche dal ministro Giulio Tremonti che, pero' ha assicurato che il governo "non mettera' le mani nelle tasche degli italiani", sottolineando, comunque, che i conti pubblici "non sono allo sfascio". Anzi, l'Italia rispettera' gli impegni presi a Bruxelles.
Allarme della Corte dei Conti e sindacati sul piede di guerra Mentre Berlusconi confermava la manovrina e i tecnici del Tesoro preparavano il decreto legge, su cui lavoreranno tutta la notte, e' arrivato un nuovo allarme dalla Corte dei Conti e una sonora bocciatura della manovra "bidone" da Cgil, Cisl e Uil, pronti allo sciopero generale di 4 ore. La decisione del Tesoro di ricorrere ai ripari sui conti 2005 si e' resa necessaria dopo "il buco" sulle dismissioni immobiliari che non hanno dato il gettito previsto e il mancato decollo dell'operazione della cessione di 3mila km di strade statali con i cosiddetti "pedaggi ombra", per un valore di 3 miliardi, prevista dalla Finanziaria 2005. A preoccupare il Tesoro anche il non funzionamento del tetto del 2% alla spesa della pubblica amministrazione che, sarebbe, invece, lievitata. La magistratura contabile oggi ha puntato l'indice proprio sul mancato introito da immobili, denunciando che sono entrati "meno di 600 milioni a fronte dei 7 miliardi previsti in Finanziaria". Non solo: sarebbero a rischio anche le entrate dalla cessione delle strade e l'autotassazione di novembre.
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