Certosa: ricorso improponibile. Segreto di Stato sui lavori: la Consulta boccia la Procura Giampiero Cocco La Nuova Sardegna 16/10/2005
ROMA. La Consulta ha dichiarato improponibile, essendo caduta la materia del contendere, il ricorso avanzato dalla Procura di Tempio contro il conflitto di poteri sollevato da Berlusconi con il segreto di Stato, che impediva l'accesso dei magistrati galluresi alla Certosa. La decisione della Corte Costituzionale, presa a larga maggioranza (12 consiglieri su 13), ha suggerito l'amaro commento al costituzionalista nominato dalla Procura di Tempio, il professor Alessandro Pace. «Prima si è impedito, con l'apposizione del segreto di Stato all'intero compendio della Certosa (oltre 50 ettari, ndr), l'accesso ai magistrati che dovevano raccogliere, tempestivamente (settembre 2004), le eventuali prove di commissione di reati edilizi ed ambientali. Poi Berlusconi, con una norma inserita nella finanziaria, ha fatto approvare una legge di sanatoria applicabile anche ai siti tutelati dalle leggi ambientali e paesaggistiche». Per fortuna nessuno ha avuto la sfacciataggine di costruirsi una villa sull'Appia antica. Sarebbe stata sanata anche quella. Già, le sanatorie o le richieste di condono. Sono ben undici quelle presentate dalla società "Idra spa"—la immobiliare milanese proprietaria della Certosa—, all'ufficio di tutela del paesaggio, al corpo forestale regionale e al comune di Olbia, per mettere una pietra tombale su eventuali abusi edili e scempi paesaggistici. «Non conosco l'esito delle istruttorie avviate sulle diverse richieste di sanatoria — ha precisato ieri il capo della Procura di Tempio Valerio Cicalò —, attendo questi atti, poi deci-deremocome chiudere l'indagine, ancora aperta». A finire sul libro degli indagati della Procura di Tempio non è stato Silvio Berlusconi, il quale è un ospite di Villa Certosa, ma l'amministratore delegato dell'Idra Spa Gianfranco Spinelli. L'uomo al quale l'avvocato di Silvio Berlusconi, Nicolò Ghedini, ha consigliato di presentare al comune di Olbia la raffica di condoni e sanatorie. «Lo abbiamo suggerito — ci ha spiegato ieri al telefono il legale e parlamentare di Forza Italia Nicolò Ghedini — più che altro per nostra tranquillità. Tutto ciò che è stato fatto all'interno della Certosa era autorizzato dalle competenti autorità, quindi non avevamo nulla da temere. Per quanto riguarda l'approdo protetto (una delle opera per le quali è stata chiesta la sanatoria, ndr,) la stessa capitaneria di Porto, nel rilevare che è stato realizzato in parte sul demanio, ha accertato che non è stata modificata in alcun modo la linea di costa. Tutto in regola, dunque, come abbiamo sostenuto sin dall'inizio di questa storia». Fu una piattaforma gigantesca, una foresta di tubi Innocenti sul mare, a destare la curiosità della "Nuova Sardegna". Ruspe che grattavano sul fianco della collina e decine di persone che lavoravano come api operaie attorno ad un favo. Da tutelare col segreto di Stato. Cominciò così il caso della Certosa. Lavori misteriosi, un approdo destinato a proteggere il presidente del Consiglio e gli ospiti di rango, da Putin a Bush, garantire loro la fuga in caso di emergenza terroristica. Ma anche l'anfiteatro greco dove Mariano Apicella canta le canzoni napoletane e le arie composte da Silvio Berlusconi. Gli addetti all'urbanistica e i magistrati dalla Procura di Tempio vennero bloccati all'ingresso. Una volta sanato tutto i cancelli si sono aperti, anche per i magistrati. |