Gennargentu: Cambiamo il sistema Parco Luca Clemente La Nuova Sardegna 14/10/2005
CAGLIARI. «La sospensione dei vincoli esistenti sul Parco del Gennargentu farà scattare automaticamente le misure di tutela generale che contengono dei divieti molto più severi». Gaetano Benedetto, segretario nazionale del Wwf, lancia un messaggio che è allo stesso tempo un avvertimento per chi, tra gli oppositori del Parco, crede di aver segnato un punto a suo favore ed un invito ad iniziare un confronto serio sul futuro di tutta l'area del Gennargentu, non solo della porzione destinata al Parco. Secondo gli esponenti del Wwf, infatti, si alimentano tra la popolazione delle speranze che, con le leggi oggi in vigore, sono irrealizzabili. L'opinione degli ambientalisti è che la sospensione delle misure di salvaguardia attualmente in vigore lascerebbe il posto ai divieti fissati dalla legge quadro nazionale che, all'interno delle aree protette, impedisce qualsiasi intervento volto a mutare lo stato dei luoghi: in pratica il Parco del Gennargentu diventerebbe una riserva indisponibile per le popolazioni locali. «Il Parco non è la panacea di tutti i mali — ha affermato Benedetto — ma è inutile chiedere modifiche irrealizzabili o dannose». La posizione degli ambientalisti è aperta a soluzioni che prendano in considerazione sia le ragioni della tutela ambientale sia gli interessi legittimi delle popolazioni che abitano nell'area del Parco, ma chiedono che vengano usati gli strumenti legislativi vigenti per modificare il perimetro del parco e disciplinare le attività ammesse al suo interno. «Si può pensare ad un piccolo parco nazionale che abbia intorno un parco regionale più ampio — ha continuato Benedetto — e si deve varare il regolamento del Parco che è lo strumento con cui si può far coincidere la tutela dell'ambien-tecon l'esigenza della popolazione di disporre del proprio territorio». Il conflitto sociale e istituzionale che ha impedito l'attuazione del Parco ha prodotto anche un notevole danno economico. Il Wwf, usando come riferimento il parco della Majella, ha stimato che dal 1998, anno di istituzione del parco, sono stati persi 14milioni di euro di trasferimenti dallo Stato per la gestione ordinaria del Parco e si è persa la possibilità di creare almeno 35 nuovi posti di lavoro — «senza contare gli effetti positivi per le comunità locali che derivano dall'acceso ai fondi destinati alle aree protette ed alla promozione dei prodotti tipici con il marchio del parco». Secondo il Wwf, però, bisogna integrare lo sviluppo del parco con tutta l'area del Gennargentu, non si può pensare ad una crescita a due velocità — «Il Parco rappresenta certamente una delle potenzialità di sviluppo di quel territorio ma non è l'unica». Ecco perché il movimento ambientalista ha accolto con favore la presa di posizione del presidente della Regione, Renato Soru, di riproporre l'ipotesi del parco regionale che, limitando la porzione di territorio da destinare a parco nazionale, consentirebbe alla Regione di riprendere in mano la gestione del territorio. Secondo Benedetto si può ancora creare un parco che risponda positivamente alle obiezioni che in tutti questi anni sono state avanzate per impedirne la nascita «abbiamo dimostrato — ha concluso il segretario del Wwf — che il parco è compatibile anche con l'attività venatoria e con l'uso dei terreni per il pascolo, purché svolte secondo le limitazioni fissate dalle norme vigenti. Quello che bisogna fare ora è aprire una riflessione che, con il pieno coinvolgimento delle comunità locali, dia delle risposte alle esigenze di sviluppo del territorio». |