Fari militari come alberghi e ristoranti. Stato cede gioielli famiglia (Aldo Primicerio) 16/10/2005, Economedia
Lo Stato batte cassa e cede, seppure in prestito, i suoi gioielli di famiglia. Molti, soprattutto gli ambientalisti, speravano che non se ne facesse nulla. Ed invece sta prendendo corpo il progetto della smobilizzazione dei beni pubblici, in cui rientra la valorizzazione turistica degli 88 fari costieri italiani, che resteranno sempre di proprietà della Marina Militare Italiana, ma ceduti in prestito alle Agenzie del Demanio che dovranno trasformarli in originali alberghi, ristoranti o approdi nautici. La notizia è apparsa sul sito di Sviluppo Italia che gestirà l’operazione. Sono 88 i fari militari in Italia, 9 al Nord, 13 al centro e 66 al Sud. A seconda della loro ubicazione geografica e logistica, saranno infatti divisi in 5 categ: fari del benessere (destinati cioè ad alberghi, e Capo d’orso rientrerà tra questi), fari del gusto, cioè ristoranti, fari del mare (approdi per imbarcazioni) e fari del viaggiare (simili agli autogrill). Non dobbiamo gridare allo scandalo perché i fari come luogo di attrazione turistica sono all’ordine del giorno in Norvegia, un modo nuovo per scoprire i suoi fiordi, ed in Slovenia, dislocati soprattutto sulle isolette rocciose. Destinato al ruolo di faro del benessere, cioè piccolo albergo, anche il faro di Capo d’Orso, tuttora attivo, giudicato da Sviluppo Italia uno dei più attraenti d’Italia. Capo d’Orso è aggrappato alle rocce tra Salerno ed Amalfi, e dai suoi pinnacoli si apre uno dei panorami più suggestivi al mondo, con Conca dei Marini, l’isola dei Galli e in fondo i faraglioni di Capri. Un'ottima idea per rilanciare il turismo italiano ed al Sud, dove finora nessuno ha idee originali. Ma i timori non mancano. Capo d’Orso finora è scampato alla speculazione grazie alle servitù militari. Speriamo non si ripetano i giorni del Fuenti.
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