SCIOPERO MAESTRO : Corteo spettacolare SILVANA SILVESTRI Il Manifesto, 15/10/2005
Manifestazione a Roma in difesa del Fus. Benigni: «È il paese dei sogni dimezzati»
ROMA L'Italia è diventato il paese dai sogni dimezzati, come l'ha definita Roberto Benigni, balzando sul palco e prendendo la parola alla manifestazione dello spettacolo che si è data appuntamento ieri a Roma al centro Congressi Capranica, «Io faccio parte di chi è a favore dei tagli, ha detto, e poiché siamo rimasti in mutande, gli diamo anche queste. Ci hanno tagliato anche i sogni, ma almeno il mio sogno l'ho realizzato, è la prima volta che faccio qualcosa da sindacalista». E come sindacalista non ha detto una cosa sbagliata: «Che ci diano questi soldi e noi li restituiremo centuplicati». Il grande sciopero unitario ha chiuso tutte le sale per un giorno, per protestare contro i tagli del Fondo unico dello spettacolo, calcolato in 40% di risorse in meno. Si è trattato di una «manifestazione di proporzioni inaudite» come l'ha definita Massimo Ghini, entusiasmando la sala zeppa di maestranze, rappresentanti politici e sindacali, attori, danzatori, musicisti e circensi. La folla rimasta fuori, collegata in audio e video, ha annunciato Ghini, si stava organizzando spontaneamente in corteo e si muoveva verso Montecitorio. La regia dell'incontro affidata a un signorile Corrado Augias, così poco in sintonia con lo stile governativo, ha fatto via via sfilare un altro tipo di spettacolo, l'avvicendarsi degli interventi, contenendoli nei tre minuti (tempo televisivo) alternato all'annuncio delle numerose adesioni e delle presenze in sala: Fassino, Bordon, Borgna, Vita, Scaparro, Melandri, Paolo Ferrari, Mariangela Melato, Silvio Orlando, Carla Fracci, Garinei.
Chi partecipa alle riunioni di settore, sa che si succederanno politici, sindacalisti e rappresentanti di categoria, come in un'inevitabile scaletta, questa volta resa più accettabile dal fatto che una platea tanto allargata non ha molto a che fare con proteste di categoria, ma si tratta di un duro attacco politico all'ispirazione di base stessa della politica economica del governo che si può riassumere in una sola parola: ignoranza. Declinata in tutte le occasioni e con tutti i mezzi. A questo si può aggiungere un'altra sua caratteristica: dire una cosa per un'altra. Così come il ministro Buttiglione si è sempre detto contrario ai tagli (e questo è il momento per dimostrarlo), anche l'ex ministro Urbani annunciò che se un solo euro fosse stato tolto alla cultura si sarebbe dimesso subito (ed è stato in carica quattro anni).
Un motivo elettorale dei tagli può essere il fatto che notoriamente la gente di spettacolo è ricca e quindi questa volta tocca a loro (ma il mondo dello spettacolo è fatto per lo più di maestranze, elettricisti, tecnici, parrucchieri, operatori, un settore in piena disoccupazione e senza ammortizzatori sociali). Arrivano via via le adesioni: i produttori tv, i tre sindacati attori, l'Opera, le sovrintendenze, il cda del Centro sperimentale, i Verdi, Bertinotti, Di Pietro, i senatori Ds, il sindacato europeo dello spettacolo, la Siae, il San Carlo di Napoli. Intervengono i rappresentanti sindacali, la Cgil («da tempo non vedevo una manifestazione così unitaria - ha detto Epifani -. I tagli non cominciano oggi, il cinema è allo stremo, così teatro, enti lirici e il teatro di strada»), la Cisl (Pezzotta ricorda il prossimo sciopero generale), la Uil, Francesconi presidente dell'Agis annuncia i prossimi stati generali dello spettacolo, a Massaro presidente dell'Anica (l'associazione che raggruppa produttori, distributori e sale) viene in mente la manifestazione del `49 con Di Vittorio. Nel frattempo si viene a sapere che Nanni Moretti è fuori, insieme alle centinaia di persone che nel frattempo sono arrivate davanti al Capranica e che continuano ad arrivare. Suscita entusiasmo l'adesione alla manifestazione da parte della Sapienza occupata, con l'invito a manifestare insieme.
«Propongo che si allarghi la manifestazione non solo a Roma, interviene Lizzani, perché è evidente che se ci facciamo schiacciare, se abbassiamo la guardia, subiremo altri colpi. Maselli a nome dell'Anac porta l'adesione di Liv Ullman a capo dell'associazione degli autori europei, Sandro Signetto presidente di Doc it. ricorda il 10%dei fondi in più appena stanziati dalla Francia e avverte che in un momento in cui il documentario è protagonista può improvvisamente bloccarsi. Nel frattempo in sala alcuni registi di «Ring» (Spadoni, Vicari, Gaudino, Puccioni) riprendono tutto. Raccolgono da tempo testimonianze, perché non sempre è stato detto che presto sarebbe diventata incontrollabile una situazione che molti dei presenti in sala rifiutavano di accettare.
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