Arriva il taglia-spese, salta la tassa sul tubo M. Sen. Corriere della Sera 15/10/2005
ROMA — n governo mette al sicuro i conti pubblici del 2005, ma toglie anche dalle spine Eni, Enel, Snam Rete Gas e Terna rinunciando alla tassa sulle reti prevista dalla Finanziaria del 2006. Il decreto per la correzione del deficit approvato ieri dal Consiglio dei ministri vale sulla carta 1,9 miliardi di euro, ma grazie allo snellimento delle norme per la cessione degli immobili (che formalmente non porta gettito) potrebbe migliorare i conti 2005 di quasi 3 miliardi. «La manovra ci permetterà di centrare con assoluta certezza il 4,3% di deficit concordato con la Ue» ha spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Fiducioso, come il presidente del Consiglio, sulla ripresa in corso dell'economia. «Ci sono buoni segnali. E con questa manovra non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini», ha detto Silvio Berlusconi. LE MISURE - Confermato il taglio alle spese dei ministeri, pari al 30% sulle disponibilità residue, misura da cui arriveranno 1.100 milioni di euro. Altri 800 sono previsti dalla rimodulazione dei piani di ammortamento fiscale dei macchinali delle imprese elettriche e del gas. E' la norma destinata a sostituire nella Finanziaria 2006 la famosa «tassa sul tubo» che aveva determinato bruschi scossoni in Borsa per le grandi società elettriche e del gas. Si applicherà a una platea di società molto più ampia (comprese tutte le municipalizzate del gas), ed agendo sul fronte fiscale non inciderà su utili e dividendi. La nuova articolazione degli ammortamenti «allinea il meccanismo fiscale a quello civilistico. E' l'eliminazione di un privilegio ingiusto» ha detto Tremonti, spiegando che il decreto «non avrà impatto sul conto economico». La norma funzionerà sui conti del 2005 grazie ad un acconto e andrà a regime nel 2006, sostituendo la tassa sulle reti, o grazie al decreto «o con un emendamento alla Finanziaria». Nel decreto ci sono poi le norme per agevolare le dismissioni di «immobili pubblici già individuati» ha detto Tremonti. L'operazione dovrebbe consentire la cessione di alcuni immobili della Difesa e del Demanio, entro la fine dell'anno, alla società Fintecna, che ha una forte liquidità, pubblica, ma fuori dal perimetro della pubblica amministrazione. L'importo oscilla tra i 500 milioni e il miliardo di euro: dovrebbe compensare almeno in parte l'operazione Scip3 sugli alloggi della Difesa da 1,3 miliardi, destinata a slittare al 2006. SALE IL PIL - Blindato il deficit 2005 con la manovrina, il governo ora è pronto a giocare sul piano contabile, ma anche su quello politico ed elettorale, la carta della crescita economica. Le aspettative sul prodotto interno lordo del 2005 sono buone, ma le previsioni ufficiali restano ferme a crescita «zero». Anche se al Tesoro, visti anche i dati sull'export (più 6,9% verso la Ue, più 4,3% al di fuori del continente), sono convinti di centrare per quest'anno almeno un più 0,3%. «Da imprenditore pratico di bilanci, io sorrido sempre sulle previsioni sul bilancio dello Stato. Il deficit è certo, il Pil incerto, 'mater certa, pater incertus', e non lo si è mai incontrato per strada. Ma io sono ottimista sullo stato di salute dell'economia» ha detto Berlusconi. «Molto spesso il dato sul Pil è nascosto, soffre dell'economia sommersa. E qualcuno dice che gode del sommerso: soffre perché non entrano soldi nelle casse dell'erario, ma il Paese ha una ricaduta di benessere, che altrimenti non avrebbe».
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