Museo, il sogno dura da 20 anni di GIULIO LADI 13/10/2005 Il MESSAGGERO
ORVIETO - Prigioniero dei contenitori altrui e di quelli propri. Ma anche di autorizzazioni che non arrivano, di impedimenti burocratici infiniti. Il Museo dell'Opera del Duomo sembra la fabbrica infinita, la tela che un giorno si tesse e l'altro si disfa. Ormai sono almeno venti anni che di questa immensa realizzazione - sia per dimensioni che per importanza culturale - si parla ma non si vede la strada per portarla a termine. Dovrebbe, avrebbe dovuto nascere occupando due palazzi, tutti di proprietà dell'Opera del Duomo: il piano terra e il piano superiore di palazzo Soliano e palazzo Papale. Sembrava facile mettere insieme una puzzle così semplice. «Dieci giorni fa - dice il presidente dell'Opera del Duomo, Francesco Venturi - l'autorizzazione del comitato di controllo del Ministero dei Beni Culturali per la realizzazione degli accessi al piano superiore di palazzo Soliano, consistente in un ascensore e in una scala. Era l'autorizzazione mancante, dopo il si della Soprintendenza. I lavori sono indispensabili per aprire almeno quella porzione di museo al piano superiore. Ora dovremo trovare un accordo con il Comune perché ci liberi un piccolo spazio al piano terra di palazzo Soliano, occupato dal museo Greco. Spazio per eseguire i lavori e per aprire l'accesso alla sala superiore». Ma per l'intero museo, bisognerà attendere almeno fino al 2011, quando diventerà esecutivo lo sfratto che l'Opera del Duomo ha intimato al Museo Greco che occupa lo spazio al piano terra di palazzo Soliano. Quello spazio è indispensabile per la realizzazione del museo, così come lo è palazzo papale. Il piano superiore di questo è stato liberato da tempo dagli uffici della Soprintendenza Artistica dell'Umbria ma il piano terra è ancora occupato dal Museo Archeologico Nazionale. «Disposti ad andarcene - hanno detto più volte i vertici della Soprintendenza Archeologica dell'Umbria - ma solo quando avremo a disposizione un altro spazio». E lo spazio più idoneo, condiviso da tutti, è stato individuato in palazzo Crispo, attualmente occupato in parte dal comando della Guardia di Finanza di Orvieto. «Trattative in corso - dice il sindaco - per trovare una soluzione idonea». La quale ci sarebbe all'interno della ex Piave ma per ora non se ne parla. E gli anni passano. Tra l'altro, palazzo Crispo andrebbe ristrutturato e messo in condizione di ospitare un museo importante come quello archeologico nazionale. Ma i soldi ci sono? Servono fondi che potrebbero essere trovati all'interno del progetto di Parco Archeologico. Tra l'altro, palazzo Crispo è tappa fondamentale di quel parco. Situato proprio sopra gli scavi della necropoli di Cannicella potrebbe costituire accesso diretto tra gli scavi stessi e il museo archeologico. «I prossimi impegni - dice Venturi - saranno finalizzati a liberare le sale superiori di palazzo papale». Così da configurare la possibilità che, in attesa di superare gli scogli dei palazzi occupati, almeno le due sale superiori di palazzo Soliano e palazzo papale possano venire aperte. Sarebbe un museo a metà, ma sarebbe, comunque, un museo già in grado di soddisfare le esigenze culturali per la grande importanza delle opere che verrebbero esposte, alcune da anni sparite dalla memoria.
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