BOLOGNA: «Con questi numeri il Teatro Comunale chiude» di Chiara Affronte / Bologna 13/10/2005, L'Unità, Bologna
L’allarme del sovrintendente Mazzonis: «Abbiamo successo, anche tra i giovani ma rischiamo un taglio di 10 milioni di euro» Domani teatri e cinema si fermano per lo sciopero contro l’annunciata riduzione dei fondi per tutte le attività culturali
«DOVREMO CHIUDERE». Questo il destino del Teatro Comunale, così come di tutti gli enti lirici, se dovesse passare questa Finanziaria. E la beffa è ancora maggiore se si pensa che il teatro di piazza Verdi «sta significativamente incrementando pubblico e attività, in controtendenza con ciò che accade nel resto del mondo», spiega il sovrintendente Stefano Mazzonis. Un’eccezione, quindi la situazione del teatro bolognese, sempre più spesso invitato a partecipare ad importanti appuntamenti festivalieri internazionali, sempre più impegnato nella realizzazione di attività collaterali tese a portare «la città dentro il teatro e il teatro dentro la città», come recita lo slogan che Mazzonis non si stanca di ripetere. «Gli abbonamenti alla stagione d’opera sono aumentati nel 2005 rispetto al 2004 del 14,33 % nel 2005, di questi il 17% è relativo ad abbonamenti di giovani under 30. Pari al 13,8 % è l’incremento per la sinfonica nel 2005, anche qui con un 12% relativo ad abbonamenti effettuati da giovani: incrementi mai registrati da questo teatro», prosegue con orgoglio Mazzonis. «Non si può mai essere contenti », è la battuta del sindaco Sergio Cofferati: «Sono contento e allo stesso tempo molto contrariato. I numeri del Comunale sono quelli di un teatro vivo in grado di far crescere la qualità, di trovare riscontro e simpatia nella città, nei giovani e fuori da Bologna, in controtendenza: condizione molto positiva che dà valore alle persone che operano dentro al teatro stesso». Su tutto questo ottimismo, a cui né il sindaco né il sovrintendente intendono rinunciare, si abbatte la scure di una Finanziaria assurda. Che, se dovesse passare così com’è, decurterà le risorse del Fus (Fondo unitario per lo spettacolo) percepite dal comunale di circa il 40%. Ciò equivale a dire che, se il teatro poteva usufruire nel 2004 di 15 milioni di euro, cifra peraltro già notevolmente inferiore a quelle degli anni precedenti, oggi ne riceverebbe solo 5. «Così si chiude»: è la conclusione a cui arrivano sia Mazzonis che Cofferati, che della Fondazione del teatro è anche presidente. «Con 15 milioni di euro si pagano solo i costi fissi», dice il sovrintendente. «Abbiamo un governo che taglia senza misurare se, in queste condizioni, sia possibile per i teatri andare avanti», aggiunge il sindaco. Che, fa notare, come ai tagli derivanti dal Fus, si aggiungerà una decurtazione delle risorse erogate dagli enti locali, a loro volta fortemente penalizzati dalla Finanziaria. A questo proposito è immediato chiedersi cosa accadrà alla cultura in città, visto che i tagli che il Comune dovrà subire equivalgono, in totale, a 32, 3 milioni di euro. Il budget preventivo per il 2005 destinato alla cultura era di 13,3 milioni di euro: l’impegnato, da gennaio a maggio, ammonta a poco più di 9 milioni. Dove e come tagliare, quindi, è una «scelta che faremo solo alla fine, quando i numeri della Finanziaria saranno definitivi », è quanto comunica il sindaco. Grossi problemi, infatti, potrebbero ricadere anche sulle altre istituzioni comunali, la Gam, la Cineteca. Che tra l’altro nel 2007, quando il nuovo museo sarà aperto, saranno, insieme all’Università, le punte di diamante della cittadella della cultura. Domani si sciopera in tutta Italia per i tagli del Fus (a Bologna chiudono tutti i teatri, eccetto le Celebrazioni): tante le adesioni. Le sale Lumière saranno chiuse. Così come molte altri cinema. Anche l’Anci pensa ad iniziative sul Fus.
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