GRANDI OPERE: Berlusconi resuscita la «Pi. Ru. Bi», l’autostrada della vergogna di Maria Zegarelli 13/10/2005, L'Unità
In principio fu la «Pi.Ru.Bi», acronimo dei democristiani che tanto la volevano (Piccoli, Rumor e Bisaglia). Poi, fu l’«autostrada della vergogna», 2000 miliardi delle vecchie lire che sarebbero stati bruciati inutilmente. Dopo l’intervento di Antonio Cederna, che la bollò come un’opera che avrebbe battuto «ogni record di inutilità», gli stessi promotori, nel 1973, la riposero nel cassetto dei sogni sfumati. Venticinque anni dopo, grazie alla Casa delle libertà, è tornata a nuova vita nel 2001. Potremmo definirla la «Be.Lu.Ca» acronimo di Berlusconi, Lunardi e Casirin (quest’ultimo presidente forzaitaliota della provincia di Padova). Pirubi o Beluca sarebbe comunque un disastro. Un nuovo tratto autostradale che proseguendo il primo (Vicenza-Piovene Rocchette aperto nel 1976) unirebbe Vicenza a Canda (Rovigo) attraversando uno dei territori più belli e più produttivi della campagna veneta, dove risiedono tra l’altro nove ville notificate dalla Soprintendenza, alcune delle quali progettate da Palladio. Da Villa Saraceno a Villa Emo. Passando per Villa Priuli-Fogazzaro-Maruffa di Baldassarre Longhena. Domani mattina il Consiglio di Stato deciderà definitivamente se l’opera si dovrà realizzare. È un’autostrada lunga 54 chilometri, vanta sei caselli e due barriere (non esiste una cosa così nel resto del mondo) e, soprattutto, una notevole rivalutazione dei terreni subito a ridosso degli svincoli i cui prezzi sono saliti alle stelle. Interessi economici e elettorali. Conflitti di interessi. Pareri negativi del Ministero per i Beni e le attività culturali e della commissioni Via (Valutazione di impatto ambientale) epurata con l’avvento del «Berlusconi due». Cambia la commissione e cambia il parere che diventata all’improvviso positivo. Anche se 10 membri su 33 si astengono. Nasce anche la querelle tra il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali. È lì che interviene il premier: avoca al governo la decisione e con un decreto del 16 maggio 2003 risorge la Pirubi, anzi dà vita alla Beluca. La benedizione arriva con un altro decreto, questa volta del Ministero delle Infrastrutture e trasporti del 5 aprile 2004. Amen. È fatta. Se non fosse che si mettono di traverso gli ambientalisti, (Italianostra eWwf) nonché il proprietario di una delle ville venete, il Landmark Trust. Presentano, insieme, un ricorso al Tar. Il quale riconosce che nelle procedure amministrative ci sono gravi irregolarità e violazioni di norme giuridiche. «Sicuramente fondati» definisce il tribunale amministrativo i motivi elencati nel ricorso. Decisione molto, ma molto sgradita a due amministratori locali che hanno raccolto le firme per una petizione contro la decisione dei giudici. Si tratta della presidente della provincia di Vicenza, Manuela Dal Lago, 59 anni, leghista di ferro, nonché consigliere componente del comitato direttivo della società che dovrebbe realizzare l’autostrada (nel 2004 ha percepito oltre 100mila euro per il suo incarico nella società), e Vittorio Casarin, suo collega alla provincia di Padova, iscritto nelle liste di Fi, nonché presidente vicario della spa Autostrade Brescia-Verona-Vicenza-Padova, che nel giugno 2003 ha acquisito dall’Anas, senza gara europea, la concessione dell’autostrada A31 Valdastico. I due presidenti avevano annunciato la raccolta di 100mila firme a sostegno dell’autostrada. Sembra che siano riusciti, dopo una campagna pro-firma con auto e personale della provincia impegnati al riguardo, a recuperarne 3.300.
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