Piano salvacinema in salsa francese. Buttiglione: più fondi con la tassa di scopo, ma serve un ddl Lucia Coluccelu ItaliaOggi, 12-OTT-2005
La ricetta del ministro dei beni culturali. L'Agis: la nostra proposta dopo lo sciopero di venerdì
Prima lo sciopero, poi le proposte. Dopo la serrata e la manifestazione che aspettano il mondo dello spettacolo venerdì prossimo, Alberto Francesconi, presidente dell'Agis, annuncia che la prossima settimana l'Associazione generale dello spettacolo presenterà al ministro per i beni culturali, Rocco Buttiglione, una sorta di norma quadro, chiamata «Lo spettacolo e la competitività», per regolare lo spettacolo italiano e una proposta per riformare il Fus (Fondo unico spettacolo). Intanto il ministro, dopo che il governo ha deciso di far decadere il decreto legge che conteneva provvidenze e contributi per il cinema italiano, ha lanciato un appello per un disegno di legge in grado di fermare la catastrofe verso cui si avvia l'industria del grande schermo e torna a ribadire l'efficacia della tassa di scopo. Porta a esempio ancora i cugini d'Oltralpe, ricordando alcune cifre da poco diffuse dal suo omologo francese Renaud Donnedieu de Vabres. «Il budget 2006 del Centre national de la cinematographie (Cnc) sarà pari a 537,4 milioni di euro, 5,4 milioni in più rispetto al 2005», ricorda Buttiglione, «di cui 495,5 milioni di euro (+0,9%) vanno a sostegno delle industrie cinematografica e audiovisiva, che sono coperte da 113 milioni di euro raccolti con la tassa sul prezzo del biglietto (l'll% del costo di un ingresso, ndr), mentre circa 338 milioni provengono dalla tassa sui diffusori audiovisivi e 44 milioni dalla tassa sugli editori audiovisivi (2% del prezzo pubblico di vendite di video e video on demand, ndr)». Al cinema vanno 264 milioni di euro, di cui 153 milioni al sostegno automatico (70 milioni ai produttori, 19 ai distributori, 56,5 agli esercenti e 7,5 agli editori video). Buttiglione racconta come Renaud Donnedieu de Vabres abbia sottolineato l'efficacia delle due nuove misure adottate nel 2004 e 2005: il credito d'imposta per la produzione cinematografica, che da quest'anno è stato esteso al settore audiovisivo, e lo sviluppo dei fondi regionali. Elisabetta Brunella, segretario generale di MediaSalles, l'iniziativa che opera con il supporto del governo italiano nell'ambito del Programma Media plus dell'Unione europea, sottolinea che il modello francese è stato preso a esempio anche dalla Polonia che, da inizio 2006, introdurrà una tassa di scopo. «È un progetto di legge», spiega Brunella, «che mira a imporre una tassa sugli incassi delle sale, sul noleggio e sulla vendita di videocassette e dvd, sulla pubblicità nella televisione privata, sulla pubblicità e sui canoni della televisione pubblica, sui proventi della televisione via cavo. Lo scopo è istituire un fondo che vada a beneficio della cinematografia polacca». In Polonia, come in Italia, non tutti gli operatori del settore vedono questo provvedimento di buon occhio. «Ho parlato con il ministro e mi ha convinto sulla tassa di scopo ma restano ancora molti dubbi se si potrà riuscire a introdurre in Italia tutto il sistema francese, non solo una parte, rischiando di far cadere unicamente sulle spalle dell'esercizio il prelievo del 3%», risponde Francesconi. Non si possono enunciare i provvedimenti a slogare Bisogna sedersi intorno a un tavolo e discuterne, come ha affermato anche Paolo Protti, presidente dell'Anec (Associazione degli esercenti). Comunque, nella nostra proposta «Lo spettacolo e la competitività» illustreremo la possibilità di introdurre forme di defiscalizzazione e tax shelter. Ora, però, è assolutamente necessario che vengano reintegrati completamente i 164 milioni di euro tagliati al Fus. Lo sciopero di venerdì che vede tutti uniti, lavoratori e imprenditori, graverà non poco sulle tasche degli operatori. Ma il nostro slogan è: «Meglio perdere 100 mila euro oggi che 2 milioni di finanziamenti domani» e quindi chiudere. A dimostrare contro questa finanziaria ci sarà anche Roberto Benigni, tra i colpiti dalla serrata dei cinema. Infatti, il suo “La tigre e la neve” doveva uscire in sala proprio venerdì 14, distribuito da 01 Distribution in circa 800 copie, anticipato da una campagna marketing di 2 milioni e mezzo di euro. Il comico toscano ha così commentato la necessità dello sciopero con una battuta al Giornale dello Spettacolo: «Per il prossimo film, oltre a prendere tutti i cinema d'Italia, voglio ricordarmi di fare costruire delle sale in più».
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