Città e vivibilità: è possibile fermare questa «invasione»? di VITTORIO EMILIANI 09 OTT 2005 CORRIERE DELLA SERA cronacaRoma
Quando era ministro dei Beni culturali, rivolsi da queste colonne a Walter Veltroni un appello per piazza Navona, chiedendogli di far rimuovere le due oscene bancarelle di magliette, cappelli e cappellìni che stazionano nei punti più panoramici del gran teatro barocco. Mi par di ricordare che non se ne potè fare nulla perché, anni prima, qualche sciagurato dirigente della Camera di Commercio aveva loro concesso (bisognerebbe scolpirne il nome!) regolare licenza. Ora ne rivolgo un altro al sindaco Veltroni. È proprio impensabile spostare queste due bancarelle — che spesso diventano quattro figliandone altre due (era così stamattina) — in un'area meno visibile, in un punto più defilato della piazza stessa? E stato fatto per l'edicola dei giornali che in verità non disturbava nessuno. Lo si potrà benfare per questa specie di supermercato da fuori Stadio Olimpico. Ono? Se non ricordo male, un provvedimento del genere lo prese, da ministro dei Beni culturali, Alberto Ronchey per i bancarellari di piazza San Marco a Venezia. Poi, certo, bisognerà vigilare affinché le decisioni comunali vengano rispettate. E qui tocchiamo il solito punto dolente. Ci sono sempre o quasi sempre due vigili che stazionano davanti al Senato. Il che va benissimo. Sono decorativi. E se diventassero anche utili facendo, a intervalli irregolari, due passi ispettivi nella vicinissima piazza Navona? Forse scoraggerebbero il raddoppio delle famigerate bancarelle, l'addizione di qualche altra che esibisce gessi e ricordini orrendi e quella distesa di borse, borsette, valige «false» che, specie dopo le 19, invade tutta l'area storica, insieme ad un tappeto di offerte luccicanti da mercatino (altro che suk, non offendiamo il vicino Oriente). L'altra mattina passavo per Ponte Sant'Angelo. Stesso spettacolo. Quasi impossibile transitare. All'improvviso, si sentono squilli di una sirena poliziesca. Fuga generale. É una spettacolo che non rallegra, lo so. Però se vogliamo difendere il «mode in Italy» vero e se vogliamo alzare la qualità della nostra accoglienza turistica, e creare quindi altri posti di lavoro regolari, dobbiamo evitare troppo facili commozioni. Erano due motociclisti della Guardia di Finanza. Sono bastati a ridare a quell'area che, da Costei Sant'Angelo va verso Via della Conciliazione, un aspetto civile. Ecco un sistema utile ed economico. Un paio di agenti in moto che passano e ripassano. Ogni tanto. Una domanda finale: in centro aprono sempre nuovi locali (adesso vanno fortissimo le gelaterie, orrende oltre tutto), come fanno a pagare gli affitti stratosferici notoriamente richiesti nella zona, che nessun ristorante, anche di alta qualità, è in grado di permettersi? É proprio impensabile fermare questa invasione che declassa un turismo ai quale Roma lega tanto, e giustamente, del proprio presente e futuro?
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