La chimica aiuta l'arte con le nanotecnologie Emanuela Capuano Avanti, 10 ottobre 2005
MILANO - Le nanotecnologie al servizio del recupero delle opere d'arte. È stato questo uno degli argomenti principali del convegno "La chimica aiuta l'arte: nuove metodologie per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale", svoltosi a Rich-Mac, rassegna internazionale della chimica e delle apparecchiature per analisi, ricerca, controlli e biotecnologie, terminata lo scorso 7 ottobre a Fieramilanocity. È stato fatto il punto sulle avanguardie del settore con alcuni tra i maggiori esperti. Tra questi il professor Piero Baglioni, dell'università di Firenze, impegnato con i suoi collaboratori nel recupero dei dipinti di Piero della Francesca (nella foto "La battaglia di Costantino e Massenzio"), del prestigioso vascello Yasa di Stoccolma e dei murales Maya di Calaknul. "Da circa sette anni utilizziamo tecniche basate sulla dispersione di nanoparticelle in un solvente - ha spiegato Baglioni - e questo ci consente di ripristinare, soprattutto negli affreschi, la materia inorganica, perché queste nanoparticelle non fanno altro che rispettare chimicamente la composizione del dipinto". In sostanza, la parte "malata" viene bagnata con il liquido e "l'opera d'arte, in poche parole, guarisce e risulta ripulita", ha spiegato Baglioni. Il successo di questa tecnica ha portato il gruppo dei professori e ricercatori dell'università fiorentina ai vertici mondiali delle tecniche chimiche applicate al mondo del restauro. "Affreschi, dipinti a olio, libri antichi e legno: abbiamo risolto quasi tutti i problemi più importanti", ha spiegato Baglioni. Il prossimo passo? "Fare qualcosa sui sistemi intelligenti, cioè lavorare sugli effetti di sostanze in grado di cambiare i meccanismi di solubilizzazione dello sporco mediante sollecitazioni termiche o luminose". Ad esempio, nei dipinti a olio, dove finora si sono utilizzati dei solventi, si sta mettendo a punto l'utilizzo di una nuova tipologia di gelatina, meno invasiva e più efficace. Secondo l'Unesco, più del sessanta per cento del patrimonio culturale artistico e architettonico del mondo si trova in Italia; una ricchezza inestimabile che va gestita e salvaguardata. La scienza, in particolare la chimica e la fisica, oggi contribuiscono alla tutela delle opere d'arte attraverso tecniche diagnostiche in grado di monitorare lo stato di fatto di un bene artistico indipendentemente dalla sua base materica. Con questo convegno, come è stato sottolineato, la rassegna Rich-Mac ha voluto evidenziare l'importanza della chimica a sostegno della valorizzazione delle opere d'arte.
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