Villa Borghese oltre i restauri anche gli scempi. Spianare il terreno di una villa storica è come scrivere con un pennarello su un quadro di Mahvash Alemi L'Unità, 09/10/2005, Roma
NEL 2003, in occasione dei festeggiamenti per il centenario dell'apertura di Villa Borghese al pubblico, ho visto una bella mostra di fotografie. In mezzo a tante mi ricordo di due foto, una ritraeva un gruppo familiare, padre, madre e tre bambini seduti su un muretto e l'altra gli stessi tornati nello stesso luogo dopo 22 anni. Era curioso vedere come erano cambiati. I genitori con i capelli bianchi e i ragazzi cresciuti. La ricerca di rivivere la loro memoria attraverso la stessa immagine mi colpì piacevolmente. Oggi probabilmente i genitori saranno anziani e se volessero ritrarsi con i figli e magari con i loro i nipotini non potrebbero farlo.
Perché il muretto non c'è più! È stato demolito per aprire una strada di passaggio per automobili. Comincio dal muretto, che può sembrare insignificante, per entrare nel argomento più vasto della salvaguarda di una villa storica.
Bisogna dire subito che in questi anni molte parti di Villa Borghese sono state oggetto di lavori di restauro, sia dei monumenti che del verde. A cominciare dall'edificio principale il Museo Borghese riaperto dopo decenni, i Giardini Segreti, l'Uccelliera. Si è acquistata perfino una gru speciale per il reimpianto di alberi di grande taglio secondo il disegno seicentesco. Il Comune di Roma in questi anni ha affrontato la questione del degrado della Villa, che inizia dal 1938 con lo smantellamento delle cancellate artistiche che la cingevano, l'asfaltatura dei viali interni e la semidistruzione dei propilei Egizi per ampliare la strada e consentire il passaggio delle automobili.
Ma bisogna anche dire che altri atti della stessa amministrazione, in maniera contraddittoria, vanno contro i principi della salvaguardia. E ciò è ancor più grave oggi, che è maturata una maggiore consapevolezza. La centralità di Villa Borghese nella storia dei giardini e nella storia urbana di Roma, è stata ribadita nel Convegno Internazionale organizzato dai Beni culturali nel 2003. Ma il muretto della famigliola nella foto è emblematico. L'apertura del varco è stata decisa per permettere alle autovetture che vanno alla scuola Chateaubriand di trovare una via d'uscita riattraversando la Villa fino a Piazzale Firdawsi.
Qui, accanto alla statua del poeta Persiano, c'è un cartello di divieto di transito ai non autorizzati! Si perché si vorrebbe che la Villa non fosse transitata dalle automobili. Infatti il Comitato per lo Studio e la Conservazione dei Giardini Storici dei Beni culturali prescrive di escludere il traffico di mezzi motorizzati. La Giunta Comunale ha deliberato la disciplina di ZTL nel 2003 ed ha definito i veicoli ammessi nella categoria degli autorizzati. Oltre agli scolari sono inclusi i venditori che hanno le loro bancarelle davanti all'uscita della Metropolitana A in piazzale Ferrero-Flaminio.
Venditori che da anni dovrebbero essere spostati altrove perché l'uscita dalla Metro non sarebbe sicura in caso di incendio o, visti i tempi, di possibili attentati. Invece di recente è stato creato anche un parcheggio per loro lungo via di Villa Ruffo.
Dove i pochi abitanti della strada, gli unici che dovrebbero essere autorizzati e lo richiedono da anni, non hanno diritto. La Villa è un organismo vivente, sarà mutilata, se si considera una sua parte come "marginale". Un giorno perde un muretto di cinta, come se gli si strappasse la pelle. Un giorno gli si aggiunge un Globe Theatre, solo perché viene gentilmente regalato al Comune di Roma! E invece di sistemare il teatro in una delle periferie, non si trova altro luogo idoneo che la pancia della Villa, dove il Bubbone si installa cambiando la morfologia del terreno.
Evidentemente non si comprende che spianare il terreno di una Villa è come tagliare il seno ad una donna. Se questa immagine vi sembra troppo cruenta, come disegnare su un quadro con un pennarello nero! Spero che sia vera la notizia che è stato prescritto di abbassare il livello della nuova linea della Ferrovia Roma Nord che passerà sempre in questo punto della Villa. Ciò per evitare di cambiare la forma del terreno e per poter reimpiantare gli alberi. Sempre in questo punto, "marginale", sono aperti i cantieri per i saggi archeologici della linea ferroviaria, ed è stata scoperta una strada Romana detta "dell'agnello" che portava verso Villa Giulia.
I ritrovamenti verranno spostati credibilmente in un museo. Sotto al Pincio il Comune sta facendo un parcheggio senza che il Municipio competente abbia espresso il suo parere! E incombe un altro progetto insensato, denominato "Nuova Porta per il Centro Storico" che prevede di rialzare il livello dell'attuale parcheggio sotterraneo per permettere all'interno lo scambio tra bus turistici e quelli elettrici. E visto che ci si mettono le mani si propone anche un centro commerciale!Ma i parcheggi di scambio devono nascere alle porte di Roma, fuori dal Gra. Non nella Villa storica. Altrimenti mentre da una parte si impiegano ingenti finanziamenti per restaurare la Villa e i suoi manufatti, dall'altra si prendono decisioni che portano al suo snaturamento.
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