IMMOBILI ECCLESIASTICI: II nuovo incubo dei Comuni restituire l'ICI alla Chiesa GIOVANNA VITALE 08/10/2005, La Repubblica
Rischia di avere effetti retroattivi la norma che esenta dall'imposta gli immobili religiosi
ROMA—Rispetto ai 3 miliardi di tagli previsti in Finanziaria, sembrano solo bruscolini i 300 milioni di mancato gettito ICI calcolati dall'Anci sull'esenzione dell'Ici agli immobili religiosi con finalità commerciale. Bruscolini destinati però a diventare macigni sulla strada della quadratura di bilanci comunali già minacciati dal dissesto. Nove milioni di euro a Roma, tra 4 e 5 a Napoli, 600 mila euro a Firenze, 335 mila a Padova. Da utilizzare, secondo quanto già previsto da sindaci e uffici tecnici, per tamponare le perdite causate dalla «disastrosa» manovra varata dal governo. «L'ennesima mazzata», urla Giorgio Bartolini, battagliero sindaco di Assisi, «se la norma passasse anche alla Camera, per coprire il buco saremo costretti ad alzare le tasse o eliminare altri servizi ai cittadini, dopo quelli già cancellati per colpa della Finanziaria. Gli istituti religiosi godranno del paradiso fiscale, l'intera comunità dell'inferno». È molto arrabbiato il sindaco Bartolini: secondo una stima ancora provvisoria, dalle casse del suo Comune sparirebbero tra i 200 e i 300 mila euro all'anno, «tutti soldi sui quali contavano, già iscritti in bilancio e dunque "impegnati": perché finora, ad Assisi, tutti gli enti ecclesiastici hanno sempre pagato l'Ici». Sbaglia quindi chi sostiene che quegli importi, in realtà, non sono mai stati versati: e dunque che non di mancati incassi si tratta. «Seicentomila euro sono un'enormità», calcola l'assessore al Bilancio di Firenze Tea Albini, «farne a meno in una situazione già tanto difficile ci creerà grossi problemi». Denuncia «l'incoscienza del governo» il collega napoletano Enrico Cardillo, al quale mancheranno fra i 4 e i 5 milioni di euro sborsati dai 454 istituti religiosi intestatari di posizioni catastali: «Da un lato si taglia la spesa corrente in maniera devastante, dall'altro si fanno questi regali alla Chiesa. Con i soldi dei Comuni, cioè dei cittadini». Ma l'assillo degli amministratori, adesso, è anche un altro: se la norma fosse interpretata in senso retroattivo, non solo verrebbe meno il gettito lei annuale, si dovrebbe pure restituire quanto versato dagli istituti religiosi nei cinque anni precedenti. Un'ipotesi che fa venire i sudori freddi all'assessore al Patrimonio di Padova Mauro Bortoli: nel 2005 la sua città ha riscosso 335 mila euro; se dovesse riconsegnare gli introiti di un intero lustro, la cifra balzerebbe a un milione 700 mila. Un salasso che il municipio di Sant'Antonio sta pensando di attenuare con la richiesta di rateizzazione. «Nemmeno quando era al governo la Democrazia Cristiana sono riusciti a fare quel che stanno facendo ora i signori di Forza Italia», tuona il sindaco Flavio Zanonato. Lunghissimo e pieno di chicche l'elenco delle attività econo-miche ecclesiastiche che usufruiranno dell'esenzione. Dalla lussuosa clinica romana Salvator Mundi alle scuole pie degli Scolopi a Firenze, dall'università Cattolica di Milano alla libreria gregoriana di Padova. Oltre a tutti gli alberghi, gli ostelli, le foresterie, i pensionati gestiti da preti e suore in giro per l'Italia. «È solo una goccia nel mare dei 20 milioni di euro che perde Venezia a causa della Finanziaria», taglia corto il sindaco Massimo Cacciari, «eppure questa legge pone un problema di equità contro cui la Chiesa, per prima, dovrebbe protestare. Benvengano i benefici per attività di volontariato, solidarietà, assistenza, ma se sono di carattere commerciale non ha alcun senso. Sp ero che siano i vescovi stessi a ribellarsi a questa regalia elettorale miserabile». Chi invece piange lacrime amare è Nicola Capuano, l'assessore al Bilancio di San Giovanni Rotondo, il paese legato alla figura di Padre Pio esploso dopo la canonizzazione del frate di Pietralcina e ribattezzato la "Las Vegas dei miracoli": «Dal 2000 in poi sono nati diversi alberghi religiosi. La norma salva-Ici ci faràperdere qualcosa come 50-60 mila euro». Finiranno sul conto delle 27 mila anime residenti nel paese del Santo. Davvero un bel prodigio.
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