Appello di Buttiglione: Lavoriamo insieme, il decreto salvacinema deve essere protetto La Stampa 8/10/2005
Inutile fare polemiche: «ora bisogna pensare al cinema italiano». Il ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiqlione torna sulla questione del decreto cinema affossato a Montecitorio. E lancia un nuovo appello a maggioranza e opposizione per proseguire nella discussione: «sigliamo una tregua e troviamo insieme una via percorribile per salvare il cinema italiano. Non mi interessa fare polemiche sul decreto, mi interessa invece fare quello che è utile per il cinema italiano. Rivolgo un appello ai capigruppo della maggioranza e dell'opposizione per trovare insieme un modo di evitare una crisi gravissima per questo settore fondamentale». Il ministro promette che tutte le vie «percorribili» avranno l'appoggio ed il contributo del governo. «Non possiamo permettere che misure così importanti per il nostro cinema non vengano prese. Invito tutti quanti a fare un gesto di buona volontà». L'ostruzionismo, conclude, «può continuare su altre cose, si possono trovare delle altre modalità, ma almeno sul cinema italiano sigliamo una tregua perché queste non sono misure di parte, ma provvedimenti necessari per il bene di un'industria importante del nostro paese e per il bene di una forma espressiva che è parte costitutiva della nostra cultura nazionale». Al ministro fa eco il direttore generale per il Cinema del ministero per i Beni e le Attività Culturali, Gaetano Blandini. «Lo stop mette in seria crisi la politica di sostegno al settore che il ministero dei Beni Culturali: bloccherebbe la produzione di una trentina di film tra corti, opere prime e lungometraggi. Accanto alle conseguenze più strettamente economiche sul comparto, comprese quelle sull'occupazione, gravi sarebbero anche i danni da un punto di vista culturale, con ripercussioni che sarebbe difficile smaltire anche nel lungo tempo». |