«Contro dì me soltanto veleni non sono un imprenditore». Guzzo: io mi occupo di archeologia FRANCO MANCUSI IL MATTINO 07-OTT-2005
Un golpe dietro i veleni degli Scavi di Pompei? Lapidario il soprintendente Pietro Giovanni Guzzo: «Faccio l'archeologo, sono abituato a leggere e interpretare i fatti della storia antica, molto meno le vicende di quella moderna». È sereno, il responsabile del più famoso sito storico del mondo, dopo il primo incontro con gli ispettori inviati dal ministero. Designato nel '98, Guzzo non ha mai avuto vita facile a Pompei. «Eppure negli ultimi anni abbiamo raggiunto risultati che non esito a definire straordinari. Studiosi di tutto il mondo riconoscono i valori universali della nostra area archeologica. Sono queste le cose che contano, altro che i sospetti più o meno velati, le accuse di piccolo cabotaggio amministrativo, addirittura gli attacchi di carattere personale, fondati sul nulla». Forse lei ha lasciato precipitare gli eventi, non contrastando sul nascere le polemiche sindacali. «Ma io non mi occupo dei problemi amministrativi, non sono venuto a fare l'imprenditore. Seguo ogni giorno l'evoluzione della ricerca e della valenza scientifica di Pompei, Ercolano, Stabia. Altre figure istituzionali hanno il compito di gestire le vicende dell'organizzazione quotidiana». Si riferisce al city manager? «Direi all'intero staff dirigenziale amministrativo, con il quale peraltro posso dire di aver lavorato sempre bene, in questi sette anni di tensioni, ma anche di significativi successi». Pensa di aver convinto gli ispettori del ministero? «L'incontro si è svolto in un clima di grande collaborazione, soprattutto di reciproca chiarezza. Una buona partenza per capire come sono andati i fatti e individuare eventuali responsabilità. Poi aspetteremo le decisioni del ministero e del vertice amministrativo». Nel quale lei sarebbe «protetto» da un terzo dei consiglieri. «Questa è un'altra sciocchezza scritta da qualche giornale, una bufala forse scaturita dai veleni dei nostri ambienti. Il consiglio di amministrazione della soprintendenza di Pompei è formato da tre rappresentanti: il soprintendente, che sono io, il city manager, un funzionario anziano dell'amministrazione. Non capisco chi altro possa.in qualche modo, "proteggermi"». Troppe polemiche. Cosa rischia l'immagine di Pompei? Poco, o niente. L'importanza dei risultati raggiunti sul piano scientifico, ripeto, sono molto forti. E ancora ne avremo, vedrete nei prossimi mesi». Ci anticipa qualche progetto? «Siamo in dirittura di arrivo per realizzare il museo per la storia dell'archeologia vesuviana, un'idea di eccezionale presa turistica, oltre che di grande spessore storico. Abbiamo già incassato l'appoggio della Regione, per il 4 novembre è convocato un vertice decisivo con l'assessore Marco Di Lello. I rapporti istituzionali, devo dire, sono buoni con tutti. La conferma è arrivata dal vertice di qualche giorno fa, per la riorganizzazione dei più importanti "servizi aggiuntivi". Chi puntava sullo sfascio, alla fine rimarrà con un palmo di naso».
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