TAGLI ALLO SPETTACOLO: Questi colpi uccidono la nostra identità: scendiamo in piazza di Massimo Ghini L'Unità, 07/10/2005
L’ATTORE Domenica sarò con l’Unione
Dinanzi allo sconcerto per i tagli decretati dalla Finanziaria al Fondo Unico dello Spettacolo, e che penalizza, mortifica e di sicuro condanna amorte vasti settori dello spettacolo e della cultura italiani, mi vengono in mente le parole del Presidente della Repubblica CarloAzeglio Ciampi pronunciate pochi giorni orsono: «Il grado di civiltà di un paese si misura anche dal numero dei suoi teatri. È nel teatro che si rispecchia l’identità di un popolo». Se nel teatro, nel cinema, nella musica si riducono con un taglio di 164 milioni a soli 300 imilioni di euro disponibili, le conseguenze disastrose ricadono prima di tutto sull’occupazione di migliaia emigliaia di operatori dello spettacolo, attori, registi, tecnici e personale delle scuole di formazione. Maricadono anche sulla «qualità della vita » degli italiani, costretti a rinunciare ad una identità culturale e artistica frutto di una tradizione creativa riconosciuta e celebrata in tutto il mondo. Crisi resa ancora più profonda dalla continua disattenzione (e disaffezione) dei dirigenti ministeriali preposti ai Beni Culturali. Per questo, in opposizione a quanto in queste ore il Governo sta decretando, ritengo indispensabile aderire alla manifestazione promossa per domenica in piazza del Popolo a Roma dall’Unione contro i tagli della Legge Finanziaria.
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