Buttiglione si ribella ai tagli: così chiudiamo i musei C.G. Il Gazzettino, 06/10/2005
Il linguaggio usato dal ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, per attaccare le spese degli Enti locali è «demagogico e divisivo»: lo afferma il leader dell'Unione, Romano Prodi, mentre da tutta l'opposizione le critiche alla finanziaria varata dal governo sono un martellante fuoco di fila. Ma critiche continuano ad arrivare anche da esponenti di spicco della stessa maggioranza, a cominciare dal ministro Udc dei Beni culturali, Rocco Buttiglione, che si oppone alla riduzione di spesa per la sua amministrazione disposta dalla finanziaria assicurando che, «a meno che non si voglia chiudere la Scala o i musei, non siamo in grado di reggere una riduzione così drastica». In una conferenza stampa, Prodi ribadisce le preoccupazioni del centrosinistra affermando che «questa finanziaria, con tagli agli enti locali, con lo spostamento di risorse dagli investimenti prioritari a una distribuzione a pioggia in modo generico e indistinto, crea i presupposti per un'aggravarsi del disagio sociale. Non è certamente una finanziaria che tiene conto dei problemi del Paese: delle famiglie che non riescono a chiudere i conti alla fine del mese, della scarsa competitività delle nostre imprese, degli aumenti indiscriminati dei prezzi, dell'esigenza di rilancio dell'economia. E una finanziaria che ha evidentemente l'obiettivo di lasciare al prossimo governo l'onere di affrontare questi problemi e di riparare i danni». Il leader del centrosinistra ribadisce poi la propria preoccupazione per i tagli previsti agli Enti locali: «II governo in questi quattro anni e mezzo - dice - ha dimostrato tutto il suo disprezzo per la fatica e l'operato degli enti locali. Non mi sorprende, perché più del 70 per cento sono governati dal centrosinistra. Con questa finanziaria li soffoca ancora di più. È un tentativo chiaro di rendere sgradevole e difficile il rapporto degli enti locali con l'elettorato», afferma. Secondo Piero Fassino, «questa è una finanziaria sbagliata e dannosa». Sbagliata, «perché non consente di mettere in moto quell'economia italiana che quattro anni di cura Tremonti-Siniscalco hanno bloccato e gelato. È dannosa, perché scarica sulle famiglie ancora una volta costi gravi attraverso il taglio che il governo vuole fare nel trasferimento agli enti locali. Tagliare lì - dice - significa tagliare servizi che riguardano la vita quotidiana di milioni di famiglie e quindi in questo modo si fa un danno agli italiani». Pierluigi Bersani, esperto economico dei Ds, afferma che, nella spesa corrente italiana, «purtroppo si è creato uno squilibrio che non sarà rimediabile con una finanziaria sola, tanto meno con questa». Commentando il dato diffuso dall'Istat sull'indebitamento della pubblica amministrazione, Bersani afferma che «tutti i dati che arrivano confermano che abbiamo una finanza pubblica in profondo squilibrio, uno squilibrio davvero molto più serio di quanto non ci facciano intendere continue edulcorazioni che il Governo ci propina». E Gavino Angius denuncia: «Mentre il governo presenta al Parlamento una legge finanziaria che impone grandissimi sacrifici agli italiani per riparare a disastrose politiche economiche e buchi dei conti pubblici, il governo medesimo e la Cdl approvano in Senato una norma che esenta la Chiesa a non pagare l'Ici che grava sui suoi immobili a qualsiasi uso adibiti, compreso uso turistico e commerciale». Paolo Giaretta, della Margherita, osserva: «È un paradosso: il governo centrale non è stato capace di rispettare il patto di stabilità, sfondando il tetto del 3 per cento e fa pagare il conto agli Enti locali, che il patto lo hanno rispettato».
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