Olimpiadi, anche la cultura si mette in gioco R.S. Messaggero 5/10/2005
Arte, letteratura, cinema, danza, teatro: cinquanta eventi, e forse più, per affiancare i Giochi invernali di Torino 2006. Si tratta delle Olimpiadi della cultura, un insieme di appuntamenti che animerà per cinque mesi la città e le valli olimpiche. II variegato corpus, che ha per titolo complessivo Italyart, è stato presentato e illustrato a Roma, al ministero dei Beni Culturali, dai vertici del Comitato organizzatore Toroc, Valentino Castellani ed Evelina Cristillin, dal sottosegretario ai Beni Culturali, con delega allo Sport, Mario Pescante, dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, e dai rappresentanti piemontesi. Italyart, realizzato grazie al forte impegno degli enti locali e sponsorizzato da Finmeccanica, si dislocherà lungo l'intero periodo dei XX Giochi Olimpici invernali (dal 10 al 26 febbraio) e dei Giochi Paralimpici (dal 10 al 19 marzo). Della sua centralità e dell'importanza che, all'interno di un'Olimpiade, riveste il connubio fra cultura e sport, ha parlato Pescante: «La stretta relazione fra due dimensioni così espressive della natura umana ha più o meno 2.700 anni. Ed è giusto che continui ad esistere e ad andare di pari passo all'interno delle piccole come delle grandi manifestazioni». Quanto al programma torinese (che Evelina Cristillin ha illustrato nei particolari, con la passione di sempre; mentre Castellani si è occupato di rilevare la spinta antiprovinciale delle scelte operate), ha i suoi punti di forza in alcuni progetti a grande firma. Tra questi, il Domani di Luca Ronconi e Walter Le Moli, dedicato all'esplorazione di ciò che ci attende nel futuro prossimo, fra arte, scienza, finanza e tecnologia; Il colore bianco di Giorgio Barberio Corsetti, ovvero un'epopea scenica ispirata alle saghe della mitologia nordica; la Bohème di Giacomo Puccini con Roberto Alagna e Svetlana Vassileva; la Ma-non Lescaut, ancora di Puccini, che vede l'esordio nella regia lirica di Jean Reno; la prima esecuzione assoluta della Tempesta di Shakespeare musicata dal compositore Carlo Galante e messa in scena da Giancarlo Cobelli. Non è mancato il discorso sul doping, così centrale e simbolico in seno a un'Olimpiade: «Il problema — ha detto Pescante — è come poter garantire al Cio che a Torino, durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi, sarà applicato il codice Wada, cioè le sanzioni sportive per gli atleti trovati positivi. Avviene così in tutto il mondo. Il nostro è l'unico Paese che preveda la sanzione penale. Che va benissimo per chi smercia, per chi prescrive, per i medici che non fanno il loro dovere, ma francamente non risolve il problema di chi si dopa, né lo previene».
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