L'Italia in prima linea nel recupero del patrimonio culturale Mau.Pic. Il Tempo, 4/10/2005
L'Italia è stata tra i primi Paesi a tornare in Afghanistan dopo la guerra con iniziative di recupero e di conservazione del patrimonio artistico e archeologico, rispettando una lunga tradizione di ricerca iniziata negli anni cinquanta. Gli interventi italiani in favore della ricostruzione del Paese furono ripresi grazie a una dichiarazione di intenti firmata nel gennaio 2002 a Kabul dal ministro Rahhen Makhdum e da Vittorio Sgarbi allora sottosegretario al ministero dei Beni culturali. Dal documento si evidenziava l'obiettivo di definire azioni adeguate per la protezione e la conservazione del patrimonio archeologico e culturale afgano. Da questo iniziale protocollo sono scaturite diverse iniziative. Tra queste la «Missione archeologica italiana» in Afghanistan ha ripreso le sue attività nel 2002 con un sostegno di spesa di 73 mila euro e l'istituzione di un laboratorio d'emergenza per il restauro dei reperti nel museo di Kabul e la ripresa degli scavi in siti islamici e preislamici. Nel 2003 la missione ha continuato a operare con un contributo pari a 45 mila euro proseguendo i lavori al museo di Kabul ed effettuando un'indagine preliminare al sito di Kafir Kot, uno dei siti buddisti più grandi dell’Asia. Tale sito è stato poi rilevato dal Giappone. Nel 2004 la missione archeologica ha beneficiato di un contributo di 42 mila euro per il progetto pilota di recupero e restauro dei materialia rcheologici a Ghazni e nel museo di Kabul e del proseguimento dello scavo di Tapa Sardar, importante area sacra buddista già in passato indagata dalla missione italiana Ismeo. A causa del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza la campagna di scavo è stata annullata e il progetto è andato avanti con la catalogazione e il restauro dei reperti provenienti dall'area di Ghzni e conservati nel museo di Kabul. Nel 2004 il sottosegretario agli esteri Boniver ha firmato con il ministro Raheen Makhdum un memorandum per la realizzazione di un progetto di formazione di restauratori afgani. Il corso di otto settimane, tenuto dai docenti dell'Istituto centrale per il restauro, si è svolto presso il museo di Kabul. Sono numerose le iniziative attuate dall'Italia anche in collaborazione con l’Unesco. La Cooperazione italiana ha erogato 5,5 milioni di euro destinati alla ristrutturazione dei musei d'arte islamica di Rauza e d'arte preislamica di Ghazni. Lo scorso anni sono stati stanziati 50 mila euro per la preparazione del dossier di candidatura del sito di Herat da iscrivere nella lista del patrimonio culturale mondiale dell'Unesco.
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