Noto, atti vandalici agli edifici storici «Telecamere per salvare i monumenti» Giornale di Sicilia Siracusa, 1 ottobre 2005
PATRIMONIO ARTISTICO. La proposta e stata avanzata al sindaco da Perez dei club Unesco «Potranno essere d'aiuto agli investigatori e scoraggeranno gli autori di simili gesti»
NOTO, (vr) «Basta con gli attacchi vandalici agli edifìci settecenteschi. Tuteliamo il nostro patrimonio artistico contro le insidie portate da sconsiderati». Una sola voce; una voce comune contro gli attacchi al patrimonio. Un crescente grado di vandalismo che ha spinto Antonino Perez, responsabile del Club Unesco di Noto, organizzazione non governativa dell'Unesco, all'indomani dell'ultimo atto vandalico che ha provocato danni all'appena restaurata chiesa del Santissimo Crocifisso, a sollecitare l'amministrazione comunale «affinchè prenda con immediatezza dei provvedimenti concreti». E contro gli atti di inciviltà, Perez - che ha contestato anche il posizionamento dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti dati alle fiamme, sistemati alla destra del prospetto della chiesa - ha suggerito la sistemazione di telecamere. «Ho chiesto ufficialmente al sindaco di provvedere alla sorveglianza di tutti i monumenti della città attraverso una rete di telecamere a circuito chiuso. Telecamere che se da un lato, in caso di atti di vandalismo, possono essere d'aiuto agli investigatori, dall'altro hanno il compito di scoraggiare i soliti "ignoti" dal compiere simili gesti». Atti di teppismo che stanno generando reazioni di sdegno tra la gente. Per Cetty Amenta, consigliere comunale Indipendente di sinistra, «la città è allo sbando, abbandonata a se stessa, senza controllo. Con l'ultimo oltraggio alla chiesa del Crocifisso si è passata ogni misura. Più volte ho chiesto al sindaco di organizzare un incontro con il prefetto e le forze dell'ordine per trovare una soluzione al problema della sicurezza della città, ma evidentemente questo non rientra nelle sue priorità. La mia indignazione non dipende dal fatto che Noto è patrimonio dell'Umanità, né tanto meno intendo sottolineare il grave danno in termini di immagine e di sviluppo economico che si potrebbe abbattere qualora, fra meno di tre anni, non dovessimo passare l'esame dell'Unesco. In questo momento il problema è diverso - ha aggiunto Amenta - e riguarda il nostro amore per la città, per le nostre cose, per la nostra storia, le nostre tradizioni. A cosa serve dire che amiamo Noto quando poi tolleriamo, o peggio ancora subiamo, che sia sistematicamente violentata, magari sotto i nostri occhi. Oggi è toccato al Crocifisso, prima alle scale della Cattedrale, all'Immacolata, alle edicole votive».
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