CASERTA: Ferriero «Dateci una Soprintendenza tutta casertana» FRANCESCO FABOZZI Il Mattino (Caserta) 30/09/2005
Santa Maria Capua Vetere. «Qualsiasi amministrazione, qualsiasi governo cittadino, in Italia e nel mondo, riuscirebbe a fare la propria fortuna economica e turistica con grande ritorno di pubblicità e immagine oltre all’indotto che ne deriverebbe, grazie alle ricchezze archeologiche del sottosuolo della propria città. Solo a Santa Maria Capua Vetere e nella sua provincia, si calpesta il patrimonio storico-artistico-culturale che riaffiora dopo migliaia di anni». Gennaro Ferriero, consigliere comunale di opposizione nonché candidato sindaco della Cdl nelle ultime amministrative, critica la scelta della sovrintendenza archeologica di Santa Maria Capua Vetere di censire «solamente quanto riaffiora dal sottosuolo, concedendo la possibilità di edificare. Episodi gravi e mortificanti per la nostra storia e per la nostra cultura si sono già verificati nel recente passato - vedi ad esempio l’agglomerato urbano di piazza Padre Pio - ma quanto sta accadendo per la necropoli etrusca a ridosso del territorio di Capua, ha dell’incredibile. E dell’incredibile ha anche l’atteggiamento del primo cittadino allorquando consente alla sovrintendenza di raccogliere qualche dato, di repertare tracce più significative, e di ricoprire poi tutto con colate di cemento». Cosa può fare il sindaco se la sovrintendenza, ovvero l’organo di tutela e valorizzazione delle ricchezze archeologiche assume simili decisioni? «Opporsi fermamente allo scempio della nostra storia e della nostra cultura. Occorre fare qualcosa affinché la sovrintendenza di Caserta sia indipendente rispetto quella di Napoli che assorbe troppe, forse quasi tutte le risorse economiche che il ministero stanzia ogni anno».
Scavi a Santa Maria Capua Vetere
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