Torino, capitale dell'Arte Contemporanea LA STAMPA 30-SET-2005
La scommessa di Patrizia, da Guarene a Borgo San Paolo
Cherchez la femme. La Fondazióne Sandretto Rebaudengo nasce dièci anni fa per iniziativa di due giovani coniugi torinesi, appassionati d'arte contemporanea: Patrizia Sandretto e Agostino Re Rebàudengo. Ma è soprattutto lei, Patrizia, che trasforma il 'vizio' privato del collezionismo in virtù pubblica e impegno civile. Lei, laureata non a caso in Economia e Commercio, si rende conto che nei primi anni '90 la sua amata Torino è in crisi, perché sta attraversando una difficile fase di riconversione industriale. Intuisce che proprio nell'arte contemporanea la città può trovare, se non tutte le risorse economiche necessaria a un rilancio, almeno le energie culturali per costruire una nuova identità. Lei sa che a Torino vivono tanti artisti di grande valore, a cominciare dai protagonisti dell'Arte Povera, senza dimenticare la geniale ottuagenaria Carol Rama, per arrivare fino alle più giovani promesse. Patrizia Sandretto, con la Fondazione da lei ideata vuole far di Torino la Capitale d'Italia dell'Arte contemporanea. Per raggiungere questo primato, sceglie come direttore artistico Francesco Bonami, un talent scout sensibile, che è anche Senior Curator al Museo d'arte contemporanea di Chicago e che nel 2003 ha diretto la Biennale di Venezia. Accanto a lui un ruolo altrettanto significativo svolgono Filippo Maggia, curator della Sezione fotografia italiana, e la critica d'arte Emanuela De Cecco, responsabile dei Progetti di formazione. In tutto sono dieci anni d'impegno appassionato che vai la pena ripercorre. La prima uscita allo scoperto risale al 1995 quando i coniugi Sandretto Re Rebaudengo presentano al pubblico la prima parte della loro collezione privata dedicata all'Arte inglese d'oggi. La mostra, curata da Gail Cochrane e Flaminio Gualdoni, viene allestita in uno spazio industriale dismesso a Santonino di Susa, alla porte di Torino, e viene riproposta alla Palazzina dei Giardini di Modena. Quello stesso anno, alla centesima edizione della Biennale di Venezia, Bonami cura, per conto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la mostra Campo 95; alle Corderie dell'Arsenale fa scendere in campo una squadra di 27 artisti diventati in breve tempo tutti dei campioni: da Vanessa Beecroft a Shirin Neshat. Nel 199,6 Bonami rilancia ancora e presenta Campo 6, allestita questa volta alla Galleria d'Arte Moderna di Torino con artisti del calibro di Maurizio Cattelan, Doug Aitken, i fratelli Chapman, William Kentridge, Gabriele Orozco, Sam Taylor Wood. In quell'occasione vengono istituiti anche il Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Premio-Regione Piemonte. A questo punto la Fondazione ha bisogno di un proprio spazio espositivo e nel settembre del 1997 viene inaugurata la prima sede permanente della FSRR. É a Guarene d'Alba, nell'antica casa di famiglia dei Re Rebaudengo, un edificio settecentesco ristrutturato con sensibilità dagli architetti Corrado Levi e Alberto Rolla. Qui nell'estate del 1998 si svolge una rassegna dedicata all'arte 'da Los Angeles', L.A. Time, e l'anno seguente è la volta di Common People, che documenta la scena emergente dell'arte britannica. Numerose sono anche le personali. Una vera e propria escalation di mostre e di consenso, tanto che lo spazio di Guarene si rivela ben presto inadeguato e fin troppo delocato. Così Patrizia Sandretto decide di costruire una nuova sede a Torino, in prossimità del nuovo Passante Ferroviario, al centro di uno storico quartiere operaio: Borgo San Paolo. Il progetto è affidato ad un designer di grido, Claudio Silvestrin, e l'avveniristico edificio apre i battenti nell'estate del 2002 con una rassegna di fotografie scattate tra gli abitanti del Borgo da Lina Bertucci. La scommessa di Patrizia resta però sempre la stessa: far sì che Torino continui ad essere la Capitale d'Italia dell'arte contemporanea. Nonostante tutto.
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