Finanza creativa, condoni edilizi e fiscali, vendita di beni pubblici Redazione Econews Redazione Econews, 23 settembre 2005
Finanza creativa, condoni edilizi e fiscali, vendita di beni pubblici, “una tantum”. Sono le parole chiave della politica economica del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, tornato a via XX Settembre dopo le dimissioni di Domenico Siniscalco.
Di Tremonti è stata l'idea di rendere strutturale il meccanismo delle cartolarizzazioni, l'operazione di cessione di immobili pubblici attraverso società ad hoc che gestiscono la privatizzazione e il collocamento sul mercato.
Suo poi il brevetto dello scudo fiscale, il rientro in patria dei capitali esportati illegalmente all'estero con l'unico dazio di una "dichiarazione riservata" e una minimissima ammenda del 2,5% sulla somma ricondotta in Italia.
Sue le sanatorie, soprattutto quelle edilizie, dove Tremonti ha dato il meglio di sé: dal condono per le tasse locali a quello tombale, da quello del canone Rai a quello per l'affissione abusiva di manifesti elettorali, da quello sul cumulo fra reddito e pensione all'emersione del sommerso, dalla grazia per le contravvenzioni non pagate (poi ritirata) alla famigerata sanatoria edilizia per le costruzioni realizzate illegalmente fino al marzo del 2003.
La strategia tremontiana del colpo di spugna ha attirato numerose critiche: da Confindustria, dai sindacati, dall'opposizione, dalle associazioni ambientaliste (soprattutto per il condono edilizio e l'ipotesi di messa all'asta di beni culturali di pregio) e anche da alcuni esponenti della stessa maggioranza.
Siniscalco, ad esempio, non appena entrato in carica al posto del ministro “creativo” ha subito sottolineato che non era più tempo di condoni. Più di una volta inoltre queste una tantum sono state messe all’indice sia dall'Unione europea che dal Fondo monetario internazionale.
Tremonti da parte sua ha sempre sostenuto la validità delle scelte con le cifre: sommando tutte le entrate i diversi condoni introdotti dal 2001 in poi hanno portato nelle casse dell'erario più di 27,2 miliardi di euro.
Peccato però che nel caso del condono edilizio le entrate saranno inficiate dalle uscite a carico degli enti locali per realizzare infrastrutture e servizi per gli edifici abusivi sanati, realizzati fuori dalla pianificazione locale. Tremonti ha però sempre rilanciato.
Appena tornato al governo, come vicepremier, ha subito riproposto la sua creatività: “Se dipendesse da me - ha spiegato in una intervista al Tg5 - venderei con concessioni di 100 anni tutte le spiagge e tutti gli stabilimenti marittimi. Con il ricavato finanzierei grandi piani di turismo, veri e concreti, nel Mezzogiorno”.
Dichiarazione che è valsa a Tremonti un'altra valanga di critiche e che gli ha imposto una parziale retromarcia. Oggi si profilano nuove sanatorie. Nella Finanziaria in discussione si ipotizza la riapertura del condono fiscale del 2003 con l'obiettivo di rastrellare altri tre miliardi e nei prossimi mesi, prima delle elezioni, potrebbe arrivare anche la “regolarizzazione” dei contributi Inps.
E anche i termini del condono edilizio, grazie alla sponda di alcuni deputati di maggioranza al lavoro per preparare emendamenti parlamentari alla finanziaria, potrebbero essere prolungati, coinvolgendo, come ricordava a Notizie Verdi il senatore dei Verdi Natale Ripamonti, le costruzioni abusive realizzate dopo il marzo del 2003.
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