Vicenza. «Ma la città ci vuole o no?» Il rammarico degli studiosi Chiara Roverotto Il giornale di Vicenza, 27/9/2005
Istituto di storia sociale e religiosa. La sede è di proprietà di Comune e Provincia. Il giallo dello sfratto
«Ma Vicenza ci vuole oppure no? Hanno intuito fino in fondo la portata del nostro lavoro, l'importanza del nostro istituto? Perché la questione si pone solo in questi termini...». Il prof. Giorgio Cracco, direttore dell'Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di S. Rocco non ha dubbi al riguardo. La lettera arrivata dal Comune, firmata dal dirigente Bellesia, che "sfrattava" una parte dell'archivio dell'istituto, ha sicuramente provocato un po' di amarezza in chi sta lavorando con cura e dedizione, in chi ha avuto riconoscimenti importanti in vari Stati dell'Est europeo, in chi ha lavorato tra pergamene, lasciti importanti, libri che fanno la storia non solo di Vicenza, ma di molti altri paesi. «Ho chiesto un incontro al sindaco - prosegue il prof. Cracco - all'inizio di settembre, ma non ho ricevuto alcuna risposta, evidentemente è molto impegnato. Dispiace però che un problema di spazi si ponga in questo modo. Ci rendiamo conto di non aver molti soldi, le nostre sovvenzioni arrivano dal Ministero dei Beni Culturali, dalla Provincia e dallo stesso Comune. Insomma, è come se con una mano ci desse qualcosa e dall'altra ce la togliesse: perché?». Nel frattempo la quarta commissione consiliare, quella della cultura, lunedì prossimo farà un sopralluogo all'interno di S. Rocco per capire come realmente è sistemato un Istituto che in molti paesi c'invidiano e che, ultimamente, ha pubblicato un libro sulla carestia dell'Ucraina durante gli Anni Venti che, presentato a Kiev, ha avuto un riscontro notevole a livello governativo e sui media locali. Presidente dell'Istituto resta il prof. Gabriele De Rosa, ormai ultraottantenne che il 16 gennaio del 1998 ricevette la medaglia d'oro della città di Vicenza proprio per aver fondato nel 1975 l'istituto che nel corso di un quarto di secolo ha svolto un'attività impressionante: convegni, seminali, conferenze. Sono arrivati in città i più conosciuti professori, il meglio della cultura storica medioevale e contemporanea che hanno tenuto lezione, sono stati pro dotti più di 120 volumi di monografie, di atti, di edizioni ai testi pubblicati. Recentemente ci sono stati lasciti importanti sui quali i ricercatori stanno lavorando. «L'archivio, nella parte del chiostro di S. Rocco, è alquanto sacrificato al punto che - spiega la prof. Francesca Lomastro, componente del Consiglio - sono state utilizzate le stanze che una volta servivano da foresteria e che abbiamo riempito di libri, di scatoloni pieni di pergamene, carte che stiamo ancora valutando e studiando». Il problema della sede dell'istituto va avanti da tempo, la proprietà dei locali si divide tra Comune e provincia, ma negli anni passati venne raggiunto un accordo. Per qualche tempo tutto si calmò, fino alla richiesta in giunta dell'assessore Piazza: servono spazi. «La lettera è per certi versi perentoria - dice l'assessore al Patrimonio, Sorrentino -, non faceva seguito a nessuna decisione di giunta. Ne abbiamo solo parlato, in quella sede non era sta presa alcuna decisione definitiva». E allora? Se i politici ne sanno poco e nessuno ha voglia di far traslocare l'istituto da S. Rocco perché quella missiva è stata inviata chiedendo di sgombrare entro il 30 agosto?
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