Napoli. Chiesa dell'Annunziata razziata nalab il Giornale dì Napoli, 27/9/2005
Gli oggetti di grande valore sono catalogati dalla Soprintendenza
Sant'Antimo. Un quadro del '700 di inestimabile valore, una tavola di legno che risale a due secoli prima, due candelabri a sette braccia e un cane di cartapesta che corredava una statua che i ladri per fortuna non sono riusciti a portare via. Un furto sacro nel cuore della notte, e le indagini partite immediatamente per restituire a don Antonio di Maio e alla comunità della Parrocchia della Santissima Annunziata dei beni il cui valore è incalcolabile. E alla rabbia legata al furto si aggiunge anche il dubbio che qualcuno abbia visto tutto e che abbia deciso di tacere. Per paura o per omertà, per comodo, forse. I fatti: durante la notte qualcuno si reca presso la chiesetta di San Rocco, che si trova di fronte la parrocchia della Santissima Annunziata. Il portone affaccia sulla strada principale, e anche di notte di auto di passaggio ce ne sono eccome. Probabilmente i ladri arrivano a bordo di un furgone che servirà poi a portare via la refurtiva. Forzano il portone d'ingresso e in un attimo sono all'interno della sagrestia e poi della chiesa. Lavorano in fretta, in men che non si dica spogliano le pareti della piccola "anticamera" di un quadro di tre metri per due che raffigura l'ultima cena. E del '700. Un altro quadro - in realtà una preziosa tavola di legno di 2 metri per 1,85, che raffigura la crocifissione di Cristo - pure viene portato via. È del '500. Ma i ladri non si fermano davanti a nulla. Entrano in chiesa e stavolta portano via due antichi candelabri a sette braccia e un cane di cartapesta, sempre del '700. Escono, indecisi se continuare o meno. Caricano tutto nel furgone, vanno via. Nessuno sembra aver visto o sentito nulla. Al mattino - sono le 6 di ieri - don Antonio Di Maio si reca nella parrocchia della Santissima Annunziata quando, dall'altra parte della strada, nota che la porticina della parrocchia di San Rocco è aperta. Entra nella sagrestia insieme a un collaboratore, vede lo scempio lasciato dai ladri. Il parroco - a Sant'Antimo da circa tre anni - chiama immediatamente i carabinieri. Vengono effettuati i rilievi e mentre iniziano le indagini da parte dei carabinieri del nucleo di tutela dei beni artistici, viene informata anche la Sovrintendenza. I beni rubati sono stati "catalogati" qualche tempo fa.
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