ROMA: Nove opere di Balla per il risto-bar «Co2» Flavia Matitti 25/09/2005 L'Unità
«VOGLIAMO RICOSTRUIRE l’universo rallegrandolo».
Così scrivevano Giacomo Balla e Fortunato Depero nel manifesto intitolato “Ricostruzione futurista dell’universo”, e sono parole di un ottimismo temerario, specie considerando che furono scritte nel marzo del 1915, quando in Europa già infuriava la guerra, e l’Italia si stava preparando a entrarvi.
E certo non meno temeraria appare la scelta di un collezionista privato di prestare ben nove quadri di Giacomo Balla, in assoluto uno dei maggiori artisti italiani del Novecento, per l’inaugurazione di un nuovo locale romano, il bar ristorante “Co2”, che aprirà domani a largo del Teatro Valle.
È probabile, comunque, che la scelta non sarebbe dispiaciuta all’artista, convinto sostenitore, in quanto futurista, della necessità di giungere a una fusione totale fra le arti, dalla pittura al cinema, dalla scultura alla musica, dalla danza al teatro, alla moda, all’arredamento, alla cucina. Nel 1921, del resto, lo stesso Balla aveva decorato in stile modernissimo i locali di un nuovo cabaret romano, il “Bal Tic Tac”, in via Milano (non più esistente), che venne inaugurato da Marinetti.
Ma per tornare al presente, in occasione dell’inaugurazione del risto-club “Co2”, e ancora per altri quattro giorni, si potranno dunque, eccezionalmente, ammirare alcune opere di Balla esposte alle pareti del locale, un ambiente monumentale voltato a botte, che nell’Ottocento ospitò un famoso Teatro per Burattini, tra l’altro il primo teatro romano illuminato a gas, quando si dice le coincidenze...
Le opere, tutte provenienti da Casa Balla, dove sono rimaste fino agli Novanta, abbracciano un periodo cronologico che va dal 1912, con il dipinto “Compenetrazione iridescente n. 15”, che mostra gli esperimenti condotti dal pittore sul tema della scomposizione della luce, all’autoritratto “Autoballa” del 1943, con cornice originale, sagomata e dipinta dall’artista. Vi sono inoltre: un importante bozzetto per “Feu d’artifice”, lo spettacolo frutto di una sintesi tra geometria,musica, luce e movimento, realizzato da Balla nel 1917 al Teatro Costanzi di Roma per i Balletti russi di Diaghilev; l’inedito bozzetto per “Forze estive” (1918 ca.), uno dei pannelli del “Trittico delle Stagioni”; un “Balfiore” appartenente al ciclo di opere di gusto déco realizzate tra il 1924 e il 1928; altri tre dipinti a olio eseguiti intorno al 1929 e “Figlia del sole”, un quadro dipinto a Terracina nel 1933 che ritrae Luce, primogenita dell’artista, in costume da bagno. La mostra è accompagnata da un prezioso catalogo, curato da Elena Gigli, contenente le schede scientifiche di ciascuna delle opere esposte.
|