Pompei. Bombardate e terremotate. Le colonne del Fauno riportate a nuova vita Espedito Vitolo Corriere del Mezzogiorno - Campania 15/1/2021
Le colonne dell’atrio secondario della casa del Fauno, bombardate e poi ricostruite nel Dopoguerra, ancora fratturate dal terremoto, tornano integre al termine di un complesso intervento di restauro nel parco archeologico di Pompei. «Si tratta di un importante intervento, atteso da anni - dice Massimo Osanna, direttore generale ad interim del parco archeologico - che consente di restituire alla pubblica fruizione un altro ambiente di questa prestigiosa dimora, che reca in sè la testimonianza di un capitolo drammatico di Pompei, quello del bombardamento, come testimoniato anche dai resti degli ordigni conservati nell’atrio. Un intervento complesso di consolidamento, che ha inteso risolvere in maniera radicale il restauro delle colonne per lunghi anni lasciate in condizioni conservative precarie. Ma anche una operazione di riqualificazione e di recupero estetico, realizzata uniformando e integrando i materiali di restauro». La casa del Fauno, una delle più sontuose dimore pompeiane estesa su un intero isolato per circa 3mila metri quadrati, fu oggetto del tragico bombardamento della seconda guerra mondiale. Nel settembre del 1943 due bombe precipitarono sulla abitazione, e una di queste piombò sull’atrio tetrastilo che costituiva l’accesso alla zona privata della casa, radendo al suolo tre delle quattro colonne corinzie in tufo decorate in stucco. Rimaneva integra solo la colonna esposta a Nord. Le colonne furono immediatamente ricostruite nel 1946 secondo i metodi in uso all’epoca, utilizzando diverse aggrappature in ferro o in lamine zincate e malte cementizie, rivelatesi poi poco idonee ai fini della conservazione. Successivamente anche al terremoto del 1980, le stesse furono sottoposte ad altri interventi conservativi, che tuttavia hanno innescato dei processi di fratturazione e frammentazione importanti. Prima del recente restauro una delle colonne si presentava presidiata e puntellata con tubi, giunti metallici e palanche in legno per sostenere e conservarne tutte le parti frammentate, parzialmente sollevate o completamente staccate, mentre le altre presentavano problemi di degrado in stato piuttosto avanzato.
L’intervento è stato particolarmente complesso, allo scopo di intervenire in maniera integrale. In particolare, si è proceduto smontando e movimentando da cima a terra, mediante argano, i componenti singoli di due delle colonne che presentavano gravi problemi di stabilità e uno stato fortemente frammentario - quella puntellata e quella esposta a sud - per poi condurre il restauro «a terra» dei blocchi. Sono dunque stati rimossi tutti quegli elementi non più idonei e che anzi nel tempo avrebbero causato ulteriori danni alla conservazione (elementi metallici, stuccature cementizie e malte di restauro non più capaci di sostenere le varie parti) per sostituirli con nuovi materiali di restauro più stabili e duraturi. Una volta consolidati e ricostruiti a terra i vari blocchi, li si è ricollocati nel loro alloggiamento originario, seguendo il rilievo tracciato in precedenza. |