Firenze. C’è chi aspetta il via e chi scalpita. Ma i musei sono pronti a riaprire Edoardo Semmola Corriere Fiorentino - 14/1/2021
Aspettano solo il via ufficiale. Ma sono quasi tutti pronti a riaprire, i musei fiorentini, sia statali che civici. Molti già da sabato se — come ha annunciato il ministro Roberto Speranza — il nuovo Dpcm lo permetterà. Perché nelle regioni in zona gialla «potranno riaprire i musei nel rispetto di tutte le misure di distanziamento».
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi non si pronuncia fino a quando non vedrà nero su bianco il provvedimento. Ma già alla fine del primo lockdown e all’inizio del secondo, dopo l’estate, aveva spiegato come i meccanismi di chiusura e apertura erano stati molto ben oliati. Di fatto gli Uffizi sono si sempre considerati «pronti» a riaprire. Alla Galleria dell’Accademia stanno lavorando in vista di sabato. Anche la direttrice Cecilie Hollberg precisa che «attendiamo la comunicazione ufficiale» e oggi dovrebbero far sapere tempi e modi. Ma in via Ricasoli sono ancora alle prese con i cantieri: hanno approfittato della prolungata e forzata chiusura di questi mesi per mettere mano ai lavori in varie sale. Sono ancora in corso quelli nella Sala del Colosso, la prima che si incontra entrando nel museo. E nei prossimi giorni dovrebbero partire anche quelli alla Gipsoteca.
Discorso diverso per il Museo di San Marco, che da una parte non vedeva l’ora di poter mostrare ai visitatori la rinnovata sala del Beato Angelico. Ma dall’altra sta facendo la conta del personale. Perché «aspettiamo la conferma delle unità di personale in quota Ales», come specifica il direttore Angelo Tartuferi, in riferimento a quella fetta di personale non direttamente dipendente dal museo ma fornito dalla partecipata del Ministero. E Paola d’Agostino dei musei del Bargello si dice pronta a «riaprire subito Cappelle Medicee, Bargello e Palazzo Davanzati». Ma non Orsanmichele e Casa Martelli.
Chi non ha dubbi sulla ripartenza sono i musei civici. «Pronti subito, da sabato», conferma l’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio Tommaso Sacchi. Che però solo oggi farà sapere se la riapertura interesserà la totalità dei musei comunali, dopo la riunione con i dirigenti previsto in mattinata. Sicuramente sarà della partita il Museo Novecento dove durante il lockdown è stata allestita una delle mostre più attese, la retrospettiva su tre piani dedicata allo scultore inglese Henry Moore, protagonista negli anni Settanta di una storica mostra al Forte Belvedere. «Con Moore al Novecento, la mostra immersiva su Raffaello in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio e quella con le foto di Massimo Sestini dedicata a Dante in Santa Maria Novella diamo un segno di rinascita — spiega Sacchi — Abbiamo bisogno di una programmazione a medio-lungo termine per i nostri musei: la cultura non può vivere giorno per giorno, la cultura è programmazione e la programmazione si fa con delle prospettive. Purtroppo le ricadute di una pandemia non sono preventivabili facilmente». Sabato il Museo Novecento coglierà anche l’occasione per mettere in mostra il nuovo allestimento della collezione permanente. |