Bologna. Biblioteca Eco, in arrivo il sì della Corte dei Conti ma. ma. Corriere di Bologna 10/1/2021
Pare ormai cosa fatta. La biblioteca «moderna» di Umberto Eco starebbe per prendere la strada di Bologna, con i suoi circa 35mila volumi, gli appunti, le note di mano del semiologo, ossia il suo archivio. Mancherebbe poco al momento in cui la cessione dalla famiglia all’Alma Mater sarà conclusa. Il condizionale è ancora d’obbligo perché manca un ultimo passaggio alla Corte dei Conti. Ma dal Mibact, sono ottimisti «In un mesetto la questione dovrebbe essere chiusa e si potrebbero allora studiare i modi del trasferimento di quel patrimonio librario verso l’Università di Bologna».
Eco insegnò all’Alma Mater fin dalla fondazione del Dams, 50 anni fa. Si staccò poi dall’alveo originario per fondare Scienze della comunicazione prima e poi nel 2000 la Scuola superiore di studi umanistici, a lui intitolata dopo la sua morte nel 2016 (era nato nel 1932). La sua carriera accademica, proiettata su un palcoscenico internazionale, ha avuto come centro gravitazionale l’Università di Bologna, e perciò famiglia e Alma Mater hanno pensato alla creazione di questo centro di studi a lui dedicato. Dovrebbe essere costituito presso la Biblioteca universitaria, in nuovi locali con entrata da piazza Puntoni, su un progetto dell’architetto Luca Pedrazzi, presentato l’anno scorso. Il luogo dovrebbe essere non solo un centro di conservazione, ma un punto di propulsione per far vivere l’eredità dello studioso. La raccolta dovrebbe essere resa fruibile al pubblico, digitalizzata e costituire il punto di partenza di nuove esplorazioni conoscitive, anche virtuali.
La trattativa tra Mibact, famiglia, università è stata lunga e non priva di inciampi, come un iniziale vincolo di indivisibilità posto dalla Sovrintendenza archivistica e libraria. Col nuovo governo la soluzione si è avviata, con l’idea di trasferire la parte moderna della biblioteca a Bologna e il ricco patrimonio antico alla Braidense di Milano. Arriveranno i libri sotto le Due Torri entro quest’anno, per festeggiare i 50 anni del Dams? La famiglia mantiene l’ammirevole riserbo che la ha accompagnata in questi anni, caratterizzati a volte da dichiarazioni scomposte di politici in vena di attribuirsi meriti. «Non so», risponde l’assessore alla cultura del Comune Matteo Lepore. «I tempi, finché non sono compiuti tutti i passaggi, non sono definibili. Una volta firmate le carte, l’università dovrà fare una gara per l’attuazione del progetto, poi andranno eseguiti i lavori, quindi inscatolati, traferiti, sistemati, catalogati i libri. Noi parteciperemo economicamente all’impresa». Dall’Università confermano: senza un atto formale, nessun lavoro può partire. E 35mila volumi più l’archivio non si sistemano da un giorno all’altro. |