Bari. Resort a Costa Ripagnola. Polignano stavolta dice no. «Non si adatta al territorio» Carlo Testa Corriere del Mezzogiorno - Puglia 9/1/2021
La vicenda segna un clamoroso passo indietro con possibili contenziosi all’orizzonte. Da una parte il Comune di Polignano, dall’altra la società Serim. Oggetto del contendere parte della distesa di notevole interesse naturalistico affacciata sul mare, lungo la Statale 16, tra le frazioni di Cozze e di San Vito. Il Comune di Polignano a Mare ha deciso di revocare il parere di compatibilità urbanistica del progetto del resort della società Serim dell’imprenditore Modesto Scagliusi a Costa Ripagnola, nell’area del Parco regionale di recente approvazione.
Un dietrofront che arriva dopo l’iniziale parere favorevole espresso in conferenza di servizi nel febbraio 2019, su un progetto di riqualificazione e valorizzazione che prevedeva il recupero architettonico dei trulli a destinazione turistico-alberghiera, delle aree archeologiche e del sistema ambientale e vegetazionale anche attraverso la realizzazione di attrezzature per il tempo libero e la balneazione.
In realtà la decisione delle ultime ore, presa dall’amministrazione municipale guidata dal sindaco Domenico Vitto, inizia dallo scorso giugno nell’ambito del procedimento di annullamento in autotutela. Il Comune ha infatti eseguito verifiche tecniche in base alle quali sono emerse «evidenti modificazioni dell’orografia del terreno» prive di «autorizzazione paesaggistica per tali interventi». Approfondimenti avviati all’indomani dell’istanza presentata dall’avvocato Ascanio Amenduni per conto del comitato ambientalista «I Pastori della Costa - Parco subito», nella quale i ricorrenti evidenziavano la presenza di una lama in parte «tombata tra il 2000 e il 2006» nell’area del progetto Serim e menzionavano un’altra vicenda, risalente al 2003, relativa ad un progetto di manutenzione di muretti a secco, nella medesima area, presentata dalla stessa Serim, nell’ambito della quale sarebbero appunto emerse le «evidenti modificazioni dell’orografia del terreno prive di autorizzazione paesaggistica».
A stretto giro non si è fatta attendere la replica della società che parla di vicenda «sempre più surreale». «Non ci è dato di comprendere – afferma in una nota Giovanni Rubino, legale rappresentante della Serim - come il mero restauro dei trulli, che eviterebbe che gli stessi vadano in malora come sta accadendo possa in alcun modo ledere o offendere il paesaggio o la natura». «Da ben diciotto mesi leggiamo di iniziative contro la Serim - continua - il cui intervento stravolgerebbe addirittura l’intero ecosistema, motivate da presunte irregolarità o violazioni che ci vengono periodicamente e sistematicamente attribuite, e che altrettanto sistematicamente si rivelano infondate, ultima delle quali il tombamento di una lama, che si è poi appurato risalire a prima degli anni Ottanta e la ancor più pretestuosa ipotesi della realizzazione di lavori eseguiti tra il 2000 ed il 2006 che avrebbero alterato lo stato dei luoghi».
Ma la vicenda Costa Ripagnola procede anche su un altro binario, quello dell’istituzione del parco regionale. La cui legge regionale è stata impugnata nei mesi scorsi dal Governo d’innanzi alla Corte Costituzionale. Per queste ragioni l’associazione ambientalista «I Gabbiani del Parco di Costa Ripagnola» ha trasmesso alla Regione Puglia una lettera con la quale chiede la calendarizzazione in Consiglio della discussione relativa all’abrogazione delle parti della legge istitutiva del Parco «viziate da incostituzionalità per aver previsto deroghe al Codice dei beni culturali e al Piano paesaggistico in materia di interventi edilizi nell’area parco». |