Venezia. Il caso finisce in Parlamento. E i volontari si offrono guide Fiorella Girardo Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 7/1/2021
Il vento delle polemiche che ha investito la Fondazione Muve ora lambisce anche Roma. Dopo la decisione del sindaco Luigi Brugnaro di tenere chiusi i musei civici fino all’1 aprile, sono in arrivo in Parlamento due interrogazioni firmate dal deputo del Pd Nicola Pellicani e dalla senatrice 5 Stelle Orietta Vanin. La mobilitazione di cittadini ed esponenti del mondo culturale, nata dalla rivista online Ytali, sta assumendo contorni politici con gli interventi a gamba tesa del sottosegre-tario al Mef Pier Paolo Baretta e della stessa Vanin. Di «vittimismi ingiustificati», «polemiche inutili e offese gratuite», ha parlato ieri il parlamentare democratico che arriva a paventare «una perdita dei finanziamenti che il Recovery fund destinerà alla cultura». «Bisogna dare vita a un piano in 5 punti che consenta ai nostri musei di riaprire appena le disposizioni nazionali lo consentiranno», ha prose-guito, suggerendo promozioni a livello regionale che prevedano un’offerta integrata con ferrovie e parcheggi, ristoranti e sconti nei negozi. La proposta si spinge a suggerire visite guidate dai professori delle due università lagunari e una campagna denominata «Il cittadino conta», destinata agli abitanti veneti e veneziani. Vanin, invece, si rivolge direttamente allo Stato perché si occupi «con rigore e serietà» del patrimonio culturale veneziano, definendo «imbarazzante e a-culturale» la politica gestionale del Comune e offendo «massima solidarietà al personale dei musei civici». Intanto arriva la proposta dell’associazione Amici dei Musei attraverso il suo presidente Michele Gottardi. «Nel momento in cui ci saranno spiragli di apertura da parte dei Dpcm e della scuola, con i musei ancora non del tutto aperti — spiega Gottardi — noi siamo disponibili con i nostri volontari a organizzare visite con piccoli gruppi di studenti. Ci facciamo carico delle entrate come associazione perché, se ci si mette sull’ipotesi di superare le difficoltà, le possibilità ci sono». Al coro di proteste che continua a ingrossarsi si aggiunge anche la voce della delegazione lagunare del Fai. La presidente Francesca Barbini ha parlato di un provvedimento che «ci umilia come veneziani e ci indigna come titolari di quel patrimonio che viene a noi negato». Cgil e Uil, invece, si focalizzano sul passivo in bilancio di 7 milioni dichiarato dal sindaco in un’intervista al Gazzettino, invitandolo a presentare i conti della Fondazione in consiglio comunale «in modo che lui, l’assessore al Bilancio e tutti i consiglieri possano rendersi conto che il buco non c’è grazie ai contributi decisi dallo Stato». |