Venezia. Basilica, il quarto progetto. Sparisce il leggio di Boeri «Bisogna fare presto» A. Zo. Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 20/11/2020
Un «ritorno al passato», pur con qualche miglioramento. E così il leggio disegnato dallo studio Boeri sparisce. Nei giorni scorsi la Procuratoria di San Marco ha depositato al Provveditorato il nuovo progetto – si spera quello definitivo – della barriera di cristallo che dovrebbe difendere la Basilica dall’acqua alta, in attesa dell’intervento di impermeabilizzazione dell’intera insula. E come era stato deciso nella riunione di un mese fa, quel piano inclinato in metallo con le informazioni storiche sul monumento, «firma» dell’archistar milanese Stefano Boeri, è stato tolto. «Speriamo che sia la volta buona, ora bisogna fare il più velocemente possibile - dice preoccupato il primo procuratore Carlo Alberto Tesserin - Dobbiamo proteggere la Basilica subito».
Il primo progetto, firmato dall’ingegner Daniele Rinaldo e dal proto Mario Piana, era stato presentato a febbraio e, se fosse passato, avrebbe potuto essere già realizzato, tanto più in una piazza semi-deserta per mesi a causa del Covid. L’idea era stata quella di prevedere delle lastre di vetro tutte intorno alla chiesa simbolo di Venezia, per impedire all’acqua alta di entrare «per scavalco». San Marco è infatti uno dei punti più bassi della città: nel nartece (l’atrio) della Basilica l’acqua entrava già a 65 centimetri di marea, ma quel problema è stato risolto con il cosiddetto «mini-Mose», un sistema di valvole per evitare la risalita; la stessa piazza va però per buona parte sotto a 88-90 centimetri e a quel punto l’acqua finisce anche in chiesa. Quel progetto era stato però bloccato dal super-commissario del Mose Elisabetta Spitz, che l’aveva ritenuto «brutto» dal punto di vista estetico. Gli stessi comitati tecnico-scientifici del Ministero dei Beni Culturali avevano suggerito una miglior scansione degli spazi, anche se mesi dopo il presidente di uno di questi, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, aveva affermato che «il progetto di partenza era ottimo». Spitz aveva coinvolto Boeri e ne era emerso un secondo progetto. A quel punto Rinaldo, ritenendo che ci fossero problemi di tenuta idraulica, aveva cercato una «terza via» (da cui peraltro lo studio milanese aveva poi preso le distanze, dicendo di non essere mai stato interpellato), bocciata però dai comitati del Mibact, chiedendo espressamente di rinunciare o «ridurre drasticamente» il leggio, ma anche criticando lo spostamento dei varchi d’accesso ai lati.
Ora c’è dunque il quarto tentativo, che ha eliminato l’elemento metallico e riportato i varchi davanti, migliorando però i pilastrini, ora in grado di tenere lastre di 5/6 metri di lunghezza, il doppio di quelle previste originariamente. I comitati tecnici dovrebbero valutarlo a breve, visto che ne avevano sottolineato l’urgenza, rendendosi disponibili a una convocazione quasi immediata. E sul punto ritorna ancora Tesserin, che non ne vuole sapere di chi dice che ora – dopo che, grazie al pressing del provveditore Cinzia Zincone, il progetto sulla piazza ha accelerato e già si parla di lavori a febbraio e di un primo stralcio concluso in autunno con notevoli benefici – delle lastre si potrebbe anche fare a meno. «Ma si rendono conto che abbiamo l’acqua salata quasi tutti i giorni in Basilica? - tuona il procuratore - Si rendono conto dei danni che fa? Fanno finta di non capire che i marmi si stanno sgretolando?». |