Campania. Il gioiello consegnato al Mibact Villa Favorita Natascia Festa Corriere del Mezzogiorno - Campania 28/11/2020
«Favorita» dai Borbone, da Ferdinando Fuga che la costruì e ora anche dal Mibact. È stato avviato ieri il percorso di recupero di uno dei gioielli del Miglio d’Oro, Villa Favorita, appunto. L’imponente complesso che comprende anche il parco con approdo al mare, è stato consegnato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che avvierà anche la valorizzazione unitaria e la fruizione pubblica di questa preziosa testimonianza settecentesca di Ercolano.
«Contestualmente alla consegna del bene al Mibact - si legge in una nota - è stata firmata anche la convenzione per gli interventi edilizi necessari alla sua ristrutturazione prevedendo un investimento congiunto complessivo di 12,5 milioni di euro, di cui 10,5 stanziati dalla Agenzia del Demanio e i 2 rimanenti dal Mibact».
E poi: «L’agenzia del Demanio, individuata come stazione appaltante, svolgerà quindi tutte le attività per il restauro e il risanamento conservativo della Villa, curando le procedure per la definizione degli interventi necessari e l’esecuzione dei lavori, partendo proprio dai rilievi e dalle indagini preventive necessarie allo sviluppo del progetto».
L’anno scorso, dopo alcuni crolli, era partita una petizione che aveva ricevuto migliaia di firme. Vi si lamentava la «mancata rinascita della Villa e il crollo del solaio che ha interessato una parte meno nobile dell’annesso Palazzo Bianchi a causa delle gravi infiltrazioni d’acqua dovute al maltempo». E si rilanciava «la necessità di individuare, come indicato dall’Amministrazione Comunale, una nuova dimensione per il complesso architettonico che può rappresentare un grande attrattore culturale, museale e ricettivo per incontri di formazione e progetti di carattere internazionale, con ricadute positive in termini occupazionali, di sviluppo e promozione della città di Ercolano in Italia e all’estero».
Se ne erano fatti portavoce anche il Consorzio Costa del Vesuvio e l’Associazione Pro Loco Herculaneum - promotrice in passato del dossier di candidatura della città di Ercolano al titolo di Capitale Italiana della Cultura - individuando proprio il Mibact come interlocutore privilegiato.
C’era stato poi l’appello della Onlus «Siti Reali» per il riconoscimento del Sistema delle tredici residenze di Casa Reale di Borbone del Sud Italia «quale sito seriale che nella storia umana rappresenta non solo un esempio straordinario di architettura monumentale internazionale ad alto valore paesaggistico e di biodiversità, ma anche una testimonianza eccezionale di pianificazione e sviluppo culturale, economico e sociale in ambito euromediterraneo durante l’epoca del dispotismo illuminato, delle riforme e delle rivoluzioni di fine Settecento».
La storia della Real Villa della Favorita - questo il nome per esteso - è strategica nella storia del Mezzogiorno. Costruita nel 1768 da Ferdinando Fuga, nel 1792 fu acquistata da Ferdinando IV che la destinò a residenza reale. Ma fu nel 1799 che il parco fu ampliato fino al mare con la costruzione di un approdo.
Finita tragicamente la Repubblica Partenopea, Ferdinando IV ritornò a Napoli da Palermo sbarcando proprio alla Favorita il 27 giugno 1802.
La villa andò in dono al secondogenito Leopoldo, principe di Salerno al quale si devono l’ampliamento, le scuderie e i famosi giochi (i modellini si trovano esposti al Palazzo Reale di Caserta) e intrattenimenti alla moda: balançoires a foggia di cavallo, barca, sedia e la palazzina delle montagne russe. I sudditi ne potevano usufruire nei giorni di festa.
Con Murat ancora feste e dopo il ritorno dei Borbone la villa fu restaurata e ridecorata. Ma le sale «alla turca» si devono a un ospite eccellente: tra il 1879 e il 1885 il governo italiano ospitò Ismail Pascià, deposto Kedivè d’Egitto venuto in esilio in Italia.
Philipp Hackert, inoltre, vi dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta). Il salone centrale era decorato con un mosaico della villa di Tiberio a Capri al Museo di Capodimonte. |