Toscana. I borghi ci salveranno se noi li salveremo riportandoci i servizi Pierandrea Vanni* Corriere Fiorentino 29/8/2020
* Pierandrea Vanni sindaco di Sorano e responsabile Anci Toscana per i borghi e le tradizioni popolari
Caro direttore, da alcuni mesi anche in Toscana c’è una riscoperta dei borghi. A luglio e soprattutto agosto hanno visto un notevole incremento di turisti e di persone ritornate nei loro luoghi di origine. A questo risultato ha contribuito anche la certezza del distanziamento sociale e di una sorta di immersione nella natura. Tutto bene allora? Assolutamente no perché molti borghi sono al limite della sopravvivenza non solo per un processo di spopolamento che sembra irreversibile ma anche per la mancanza di servizi essenziali, spesso ridimensionati, se non cancellati. Allora bisogna decidere e decidersi. I borghi devono avere solo un effetto «cartolina» o possono svolgere un ruolo attivo e attrattivo nel post Covid? Nel suo fondo sul Corriere Fiorentino del 26 agosto Zeffiro Ciuffoletti sollecita un «grande piano per la salvezza degli antichi borghi» e chiede forti investimenti alla Regione e il ricorso a fondi europei. Giusto ma dopo una lunga stagione di abbandono occorrono alcune risposte urgenti che l’Anci toscana indica nel documento che ha presentato a tutti i candidati alla presidenza della Regione. Se, per esempio, non si fa fronte alla scarsità dei medici di base nelle zone interne, nell’ambito di una vera e capillare medicina territoriale, se non si garantisce la presenza degli istituti comprensivi e se non si introduce una politica di incentivi per chi apre attività scegliendo di risiedere nei borghi, tutti i riconoscimenti e gli elogi per quelli che davvero rappresentano presidi territoriali a difesa dell’ambiente e di un grande patrimonio storico e culturale, rischiano di entrare solo nel grande libro della retorica nazionale e degli impegni disattesi. I borghi vogliono vivere e andare ben oltre l’effetto di cartoline belle ma malinconiche.
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