Venezia. Barriera di San Marco, fumata nera Mose, bocciato il robot anti-sabbia Gloria Bertasi Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 30/7/2020
Nulla di fatto, la barriera di cristallo, che dovrebbe difendere la basilica di San Marco prima dell’autunno, non ha ancora l’ok del Provveditorato alle Opere Pubbliche. E non lo hanno ottenuto nemmeno i due progetti del Mose, quello delle juction box contro le infiltrazioni d’acqua e quello per l’asportazione dei sedimenti alle bocche di porto, un macchinario che soffia e aspira la sabbia attraverso un tubo. Ma se il sì a San Marco è solo rinviato, i piani per il Mose sono stati rispediti al mittente: non vanno bene e vanno riproposti. Sarà che gli esperti del Provveditorato non hanno avuto il tempo di studiare bene le carte, ma quella di ieri suona proprio come una bocciatura.
Su San Marco, invece, ieri il Comitato tecnico-amministrativo di Palazzo dei Dieci Savi ha deciso di fare un passaggio ulteriore prima di esprimersi e a breve i suoi esperti incontreranno i progettisti della Procuratoria per un confronto sull’intervento. Obiettivo: trovare le migliori soluzioni architettoniche e al contempo idrauliche ed ingegneristiche in modo tale da proteggere la basilica dalle acque alte senza troppo impattare sulla sua bellezza artistica e monumentale. Molti si aspettavano un via libera a procedere visto che solo una settimana fa il pre-comitato aveva deciso di mettere all’ordine del giorno - e dunque di discutere - il progetto esecutivo nella riunione di ieri. Alla fine, è arrivata la fumata nera e ora si attende l’incontro tra esperti come anche l’esito della seduta della commissione di Salvaguardia, fissata per martedì 4 agosto il cui parere, di solito, precede quello del Provveditorato.
«Gli esperti hanno esaminato il progetto - spiega il provveditore Cinzia Zincone - c’è da dire che non è un intervento facile e vanno tenuti insieme tutti i suoi aspetti, non è così semplice coniugare la parte ingegneristica e idraulica a quella architettonica». Ieri, evidentemente sono emersi alcuni e nodi da sciogliere su un intervento di non semplice attuazione in una zona di pregio qual è San Marco. Il progetto prevede di realizzare una cintura di lastre di cristallo intorno al perimetro della basilica, ciascuna sarà agganciata a pilastrini di metallo e avrà varchi in corrispondenza degli accessi alla cattedrale che saranno chiusi in caso di maree che superano gli 80 centimetri, per evitare che pavimentazioni e nartece vengano sommersi, come accade ad ogni acqua alta. Lo stop di ieri non va letto come una bocciatura (al contrario dei lavori al Mose), ma piuttosto come la volontà di arrivare alla soluzione più consona. «Non dubito che ci stiamo avvicinando al traguardo», rassicura Zincone. L’incontro tra gli ideatori, il proto Mario Piana e l’ingegnere Daniele Rinaldo, e gli esperti dell’ex Magistrato alle acque dovrebbe portare appunto al «traguardo». È facile però che i tempi di partenza dei cantieri, che per la Procuratoria di San Marco dovrebbero durare solo 90 giorni per essere pronti con le prime acque alte autunnali, possano slittare e che il sistema entri in funzione nel 2021. L’ultima parola non è tuttavia detta, questi lavori saranno gestiti dal Consorzio Venezia Nuova tagliando così i tempi dell’assegnazione dei lavori. |