Firenze. Il numero dei campi, la palazzina e l’altezza delle nuove strutture Marzio Fatucchi Corriere Fiorentino - 24/7/2020
«Nessun veto» ma quella è «un’area vincolata paesaggisticamente dal 1958: . È prassi normale che ci sia questo tavole e interventi di tale entità non sia brevissimo. La normale dialettica è stata interpretata come chiusura: no, e non ci sono veti». Lo ripete due volte, il soprintendente Andrea Pessina, che i suoi rilievi non sono uno stop. E poi precisa che quel comunicato di ieri l’ha fatto proprio «per evitare errori di interpretazione». Ma ci sarà da interpretare molto, per capire davvero come potrebbe cambiare il progetto predisposto dall’architetto Marco Casamonti per il centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli, da rivedere in base alle osservazioni paesaggistiche.
C’è solo un elemento «prescrittivo», un no secco: gli annessi agricoli presso la villa cinquecentesca vanno preservati (anche se sono di inizio ‘900), non abbattuti. Più complicati gli altri. Perché dire semplicemente che non si sono rispettate «le altezze degli edifici dentro la gronda» di quelli circostanti e che i «nuovi corpi di fabbrica» hanno una «configurazione planivolumetrica» non coerente con gli edifici circostanti e che modifica il contesto paesaggistico, non indica con precisione un numero di metri di altezza da rispettare o un numero di metri cubi da rispettare. E lì toccherà a Casamonti indicare come risolvere le contestazioni di Pessina e dei suoi tecnici al progetto.
Nei verbali della riunione si legge che oltre a queste contestazioni, la soprintendenza chiede un «maggiore contenimento della superficie edificata» e un «minore impatto della dotazione di parcheggi». Forse è questa una delle «invasioni di campo» sollevate dalla Fiorentina, che sa che le superfici edificabili le decidono i Comuni, la Regione e a Firenze la Città metropolitana. Ed che ai quei 20 mila metri quadri di nuovi edifici hanno già detto sì. Sui parcheggi, inoltre, forse non è tanto la superficie ma il modo in cui saranno costruiti. Rappresentano una possibile impermiabilizzazione di suolo: ma si possono fare in modo diverso. Così come i mille alberi aggiuntivi previsti nel progetto devono avere una «disposizione» che si configuri «come matrice progettuale». E lì, siamo all’estetica. Mentre il numero dei campi di calcio è già sceso da 12 a 9. Si vedrà oggi, nell’incontro con Regione, Città Metropolitana, Comune di Bagno a Ripoli presso la soprintendenza se si parlerà di altezze e metri quadri. Ma proprio agli altri enti è rivolto un messaggio da Pessina: «Al tavolo non siamo gli unici a sedersi, ci sono anche le altre amministrazioni che si dovranno esprimere» dice il soprintendente. Tutte, però, avevano espresso parere favorevole, compresi i dirigenti di Palazzo Sacrati Strozzi: «Ma le prescrizioni della Regione scritte non sono arrivate» spiega Pessina.
Formalmente, non ce ne sarebbe bisogno, perché c’è già il sì della Conferenza di copianificazione. «A cui non abbiamo partecipato» puntualizza sempre il rappresentante del ministero dei Beni culturali a Firenze. E sulle volumetrie fa un altro ragionamento: sa perfettamente che non è competenza della soprintendenza, ma il piano paesaggistico di quell’area «in alcuni casi credo sia stato svuotato di senso, perché poi comunque ci sono tavoli più politici in cui si va una direzione diversa rispetto a nostro avviso a quella delle prescrizioni del piano stesso». E secondo Pessina nonostante l’area «vergine» usata sia solo il 5% di quei 25 ettari «non è che ci siano alcuni elementi critici: è l’entità generale di quanto viene chiesto in una zona vincolata dagli anni ‘50» e dove fra l’altro «nella stessa zona, a poche centinaia di metri, c’è pure la tramvia 3.2 e il deposito dei tram Sirio». Eppure, Pessina ribadisce: «Oggi vedremo come integrare, quanto più possibile, quanto richiesto dalla Fiorentina in un contesto di indubbio valore paesaggistico». E parla anche di alcune soluzioni: «Si può intervenire sulle sagome, sugli edifici, ci sono parti che possono essere piani interrati: si può fare molto per fare un risultato molto diverso». Basta non ci si fermi sempre ad un pareggio. |